Spreco di zucchero nei bar: dati e alternative possibili

spreco di zucchero

Ogni anno nei nostri bar vengono sprecate tonnellate di zucchero. Ad affermarlo è la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) che in questi giorni ha diffuso un comunicato stampa in cui mostra i dati dello spreco di zucchero, mettendo sotto accusa le bustine monodose che spesso non vengono utilizzate per intero dalle diverse tipologie di consumatori di caffè in Italia. Meglio quindi tornare alle zuccheriere? Analizziamo meglio i dati.

Bustine vs Zuccheriera

cappuccino italia

Le bustine di zucchero nei bar e nei ristoranti italiani sono state introdotte con il decreto legislativo n. 51/2004 del 20 febbraio 2004, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 febbraio 2004 che ha previsto il divieto dello zucchero sfuso nei locali pubblici: “lo zucchero di fabbrica e lo zucchero bianco possono essere posti in vendita o somministrati solo se preconfezionati”. Per chi trasgredisce è prevista una sanzione salata, di circa un migliaio di euro.

Un grave errore, in termini di spreco alimentare ed economico, anche perché, è utile ricordarlo, ad un barista le bustine costano circa 2,5 euro al kg, rispetto allo zucchero in scatola che si aggira attorno all’euro al Kg.

Inoltre, stando alle parole di Aldo Cursano, vice presidente vicario di Fipe, “non ci sono ad oggi evidenze che dimostrino che l’uso delle tradizionali zuccheriere comporti rischi sul piano della sicurezza alimentare”. A tal proposito è bene precisare che la legge vieta le zuccheriere con coperchio apribile, mentre sono consentite quelle dosatrici con beccuccio.

dosatore zucchero

Infatti, già da alcuni anni, le zuccheriere sono ricomparse nei bar, come nello storico Ranzini a Torino, o nel Carraturo a Napoli. Qui si utilizzano zuccheriere in vetro con beccuccio, ma le soluzioni in commercio non mancano:

  • dosazucchero
  • zuccheriera in vetro
  • zuccheriera in acciaio inossidabile
  • spargizucchero.

Il ritorno alla zuccheriera in bar e ristoranti non sarebbe una soluzione più sostenibile?

Spreco di zucchero: i dati della Federazione Italiana Pubblici Esercizi

bustine di zucchero

Secondo i dati Fipe lo zucchero in bustina genera 14 mila tonnellate di rifiuti aggiuntivi e 64 milioni di euro di maggiori costi a carico di consumatori e pubblici esercizi. Infatti, comparando i consumi di zucchero in bustina con quelli in zuccheriera, i numeri non sembrano lasciare spazio a molte interpretazioni, come si legge nel comunicato della Federazione: “46,3 milioni di kg contro 32,4 milioni di kg, pari ad un costo di 92,6 milioni di euro delle dolci bustine contro i 29,2 milioni di euro delle zuccheriere. La sostenibilità, economica e in termini di impatto ambientale, propende quindi a favore della zuccheriera, dato che l’uso di zucchero in bustina nei pubblici esercizi determina un + 13,9% di consumi e ben un + 63,5% di costi, senza dimenticare 14 mila tonnellate di rifiuti generati in più”.

Se consideriamo anche che, come abbiamo visto parlando del prezzo del caffè in Italia, ci sono circa 150.000 bar che servono 175 caffè al giorno, ci rendiamo facilmente conto dell’entità del problema e dello spreco, non solo di zucchero. Infatti, le bustine sono fatte di carta, che difficilmente viene riciclata con la differenziata, o solo in minima parte. Si tratta, quindi, di uno spreco che genera altro spreco!

Bustine di zucchero e calorie

zucchero calorie

All’interno del dibattito sollevato da Fipe, non dimentichiamo che i danni dovuti all’uso eccessivo dello zucchero sono numerosi, tanto da essere considerato “il killer silenzioso”, in quanto contribuisce alla diffusione di obesità, diabete, malattie cardiache e colesterolo alto. Una bustina di zucchero, da circa 8 grammi, contiene circa 31 Kcal, ma quante sono in totale quelle che accumuliamo dalla colazione del mattino fino a sera? Forse reintrodurre le zuccheriere negli esercizi pubblici, pur con le dovute accortezze igieniche, potrebbe aiutarci anche a regolarci ed educarci sul consumo (eccessivo) di zucchero? Difficile dirlo, qualcuno, al contrario, potrebbe sentirsi libero di abbondare, ma si potrebbe approfittare delle zuccheriere per lavorare anche negli esercizi pubblici sulla promozione di buone regole alimentari, da diffondere, magari, con cartelli spiritosi o con il coinvolgimento dei baristi stessi.

Di certo, quello dello spreco di zucchero è un tema reale, che chiama in causa anche l’etica e l’ecologia, in riferimento al cibo che ogni anno viene buttato a tonnellate. A tal proposito, Aldo Cursano lancia una provocazione, ritenendo che la norma che vieta le zuccheriere nei bar, “sia solo un modo per far aumentare il consumo, anzi lo spreco di zucchero. Come già fatto più volte in passato, ad esempio con l’attività relativa alle doggy bag, Fipe ribadisce la propria responsabilità sociale contro lo spreco e mette al centro la salute dei consumatori, fermo restando che gli esercenti devono essere liberi di scegliere le modalità di servizio da offrire ai clienti”.

Voi cosa ne pensate dello spreco di zucchero? Sareste a favore di un ritorno alla zuccheriera in bar e ristoranti? Per approfondire, potrebbe interessarvi il parere di Last Minute Market sulla recente legge sullo spreco alimentare approvata in Italia.

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