L’alimentazione ricopre un ruolo fondamentale anche nel rapporto con l’oncologia, sia in fase preventiva, sia quando è insorta una patologia tumorale, tanto che oggi è considerata parte integrante della terapia, per aiutare il paziente a sentirsi meglio, cercando di aiutarsi nella prevenzione delle recidive e limitando gli effetti collaterali delle cure.
Tra le neoplasie, il cancro alla mammella è certamente tra i più importanti (secondo come incidenza dopo i tumori dell’intestino e primo come mortalità per le donne) colpisce, infatti circa 1 donna su 8. Per questo abbiamo deciso di parlare di alimentazione e tumore al seno, con l’aiuto della dott.ssa Patrizia Pasanisi – Dirigente Medico presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori – alla quale abbiamo chiesto che ruolo ha il cibo nello sviluppo e nel contrasto di questa malattia e quale dovrebbe essere l’alimentazione delle donne che la sviluppano.
Alimentazione e tumore al seno
Con la dott.ssa Pasanisi abbiamo recentemente parlato di dieta mediterranea e dello studio che ne vuole monitorare gli effetti sulla sindrome metabolica. Di fatto, anche in questo caso, un’alimentazione che tenga bassi i livelli di insulina, tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo del tumore, è “quella che segue il modello mediterraneo”. Occupandoci di alimentazione e tumore al seno, possiamo quindi, dire che questa, sia in fase preventiva, sia a malattia conclamata, dovrebbe essere “prevalentemente vegetale e a base di prodotti non industrialmente raffinati”. Si tratta di:
- cereali integrali
- verdure
- legumi
- alimenti a bassa densità calorica (perché è fondamentale mantenersi normopeso)
- olio extravergine di oliva.
“Limitando al massimo gli alimenti ricchi di grassi saturi, che sono un fattore di rischio, ovvero carne rossa, latte e formaggi, così come l’alcool”.
Maggiore attenzione quando il tumore è già sviluppato
Se il modello mediterraneo è importante nella prevenzione tumorale, l’attenzione all’alimentazione e agli stili di vita deve essere ancora maggiore quando si è già sviluppata la neoplasia. Oltre a questo schema di dieta mediterranea, infatti, la dottoressa aggiunge alcune indicazioni: “alcuni dati evidenziano come l’attività fisica svolta sia prima sia dopo i trattamenti e la diagnosi di tumore della mammella è un fattore di protezione contro le recidive”. Ugualmente fondamentale è il controllo della glicemia e del peso corporeo, per cui occorre seguire una dieta ricca di fibre e povera di calorie.
Un’ultima informazione riguarda la soia, infatti “ci sono dei dati che devono essere ulteriormente approfonditi, ma che suggeriscono che introdurre con la dieta piccole quantità di soia, ad esempio sotto forma di tofu, miso o tempeh, possa essere d’aiuto, per la presenza dei fitoestrogeni, molecole vegetali”. Il motivo per cui i fitoestrogeni della soia possano aiutare nel tumore della mammella non è probabilmente unico. “In base però ai dati scientifici presenti (anche riportati dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro), e seppure con qualche cautela legata al fatto che i dati riguardano prevalentemente popolazioni orientali, sembra emergere che una dieta ricca di fitoestrogeni (e quindi di legumi tra cui la soia, frutta e verdura) offra qualche protezione anche a chi ha già avuto una diagnosi di tumore.
La frutta nell’alimentazione per tumore al seno
Solitamente si tende a pensare che poiché gli zuccheri alimentano le cellule tumorali, la frutta, che fa bene in fase preventiva, vada invece consumata con particolari restrizioni a tumore conclamato. In realtà la dott.ssa Pasanisi sottolinea che l’importante è attenersi alle indicazioni sugli zuccheri date nel 2015 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo l’Oms, quindi, gli zuccheri semplici non devono superare il 5% delle calorie giornaliere. È facile capire come, a maggior ragione all’interno di un’alimentazione per tumore al seno, non ci sia spazio per molti alimenti che contengono zuccheri, compresa la frutta. “Il 5% di circa 2000 calorie giornaliere corrisponde a 25 gr di zucchero al giorno complessivi, che non derivano solo dalla frutta. Per cui rimane spazio per circa 2 frutti al giorno, e poco altro. Se si segue una dieta che rispetta questi parametri complessivi, anche l’uso della frutta non ha controindicazioni”.
Tumore della mammella: i fattori di rischio
Oggi diverse evidenze scientifiche ci fanno capire che “esistono alcuni fattori di rischio particolarmente importanti in relazione al tumore della mammella, che agiscono sia in maniera indipendente, sia in relazione l’uno con l’altro”, specifica la dottoressa. Si tratta di:
- stile di vita occidentale, basato su poca attività fisica, alimenti ricchi in grassi saturi e zuccheri raffinati, alcool
- obesità, in particolare quella addominale
- sindrome metabolica, che dopo la menopausa è associata a un aumento del rischio di tumore alla mammella (e di recidive)
- situazione ormonale legata a tutti questi fattori: “con la sindrome metabolica la glicemia è alta, l’insulina è alta, e di conseguenza si alzano anche anche i livelli di fattori di crescita e di ormoni sessuali, in particolare androgeni, gli ormoni maschili, che vengono poi convertiti nel tessuto adiposo in estrogeni”. Questa condizione favorisce un rischio per lo sviluppo della neoplasia e anche per le recidive.
Ecco perché, “la regola generale, che vale non solo in fase in preventiva, ma anche con tumore conclamato, è di seguire un’alimentazione che cerchi di tenere bassi i livelli di insulina”, l’ormone prodotto dal pancreas, indispensabile per il metabolismo degli zuccheri e, quindi, per regolare la glicemia, come abbiamo visto parlando della dieta per diabete.
In conclusione, possiamo dire che ci sono tanti dati osservazionali che indicano come il pattern complessivo mediterraneo, ovvero la sua interazione tra nutrienti, abbia un’efficacia preventiva nei confronti di questo tipo di tumore, e possa rivelarsi utile anche in fase di cura. Non a caso, il Codice Europeo contro il Cancro sottolinea l’importanza di un’alimentazione prevalentemente vegetale, ipocalorica e basata su alimenti non industrialmente raffinati. Per ricevere consigli dettagliati e personalizzati ogni donna può consultare un nutrizionista che saprà indirizzarla verso la miglior alimentazione per tumore al seno.
Se vi interessa approfondire, del motivo per cui gli alimenti integrali fanno bene abbiamo parlato anche con una nutrizionista. Mentre, per imparare a variare, aumentando sempre più il consumo di verdure, potrebbe esservi utile il nostro calendario con le stagioni della verdura mese per mese.