Malattie infiammatorie croniche intestinali: dieta e nuovi farmaci

In Italia circa 200.000 persone soffrono di malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), in particolare colite ulcerosa e malattia di Crohn. Si tratta di patologie che colpiscono diversi tratti dell’intestino, con periodi in cui i sintomi sono silenti, alternati a recidive.
Queste malattie, considerate autoimmuni, colpiscono spesso in giovane età e sono debilitanti in quanto compromettono la vita sociale e lavorativa delle persone che ne soffrono, le quali devono fare i conti con dolori addominali, sanguinamenti, diarrea e urgenza di andare in bagno molte volte al giorno.
Purtroppo, se le cause delle mici sono ancora ignote, anche le cure presentano lacune, spesso a causa dei ritardi diagnostici, della scarsa conoscenza di queste malattie e dei costi delle terapie. Tuttavia, una dieta mirata e nuovi farmaci biotecnologici, sembrano aiutare a controllare i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

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Malattie infiammatorie croniche intestinali: quali sono

Quello che è possibile dire sulle cause delle Mici è che sono caratterizzate da un’eccessiva risposta del sistema immunitario a livello intestinale, che crea uno stato infiammatorio perpetuo. Vediamo insieme quali sono le principali malattie infiammatorie croniche intestinali e come si caratterizzano.

Malattia di Crohn

La malattia di Crohn può colpire qualsiasi tratto dell’apparato gastrointestinale, ma solitamente interessa l’ultima parte dell’intestino tenue o il colon. Anche in questo caso, le cause del morbo non sono certe e coinvolgono il sistema immunitario, anche se gli stili di vita hanno un loro peso, in particolare tabagismo e stress, che contribuiscono a riacutizzare la malattia. I sintomi variano in base allo stato della malattia e al tratto interessato: crampi addominali, ulcere nella bocca, febbre, sangue nelle feci, riduzione dell’appetito e malattia perianale, ovvero perdita di fluidi o dolori nella zona attorno all’ano.
La malattia di Crohn, che alterna fasi acute a fasi di remissione, può causare occlusioni intestinali e ulcere che, se non trattate, possono portare a lesioni degli organi circostanti o accumulo di materiale infiammatorio, con presenza di pus. Ecco perché, qualora si noti qualche sintomo sospetto, è importante rivolgersi al proprio medico che richiederà una visita specialistica ed esami diagnostici.

Colite ulcerosa

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La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria intestinale che interessa il retto e il colon, ovvero la mucosa dell’intestino crasso. Come tutte le Mici, colpisce soprattutto i giovani intorno ai 30 anni, anche se non in maniera esclusiva. I sintomi sono debilitanti e in parte simili a quelli che colpiscono chi soffre di celiachia, poiché si manifesta con diarrea e febbre ricorrente, urgente e frequente stimolo defecatorio o all’evacuazione, dolore addominale. Anche in questo caso, oltre ad effettuare una visita specialistica, è importante evitare fumo e stress, anche perché le conseguenze di questa malattia sono serie: perforazione del colon, malattie del fegato, sanguinamento grave.

In che modo, quindi, la dieta e i nuovi farmaci biotecnologici possono aiutare nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali?

Mici: dieta e nuovi farmaci

Le malattie infiammatorie croniche intestinali sono considerate autoimmuni e hanno un andamento variabile e non prevedibile. Tuttavia, in un’epoca dove l’immunonutrizione e il ruolo dell’alimentazione per la salute sono sempre più riconosciute, qualcosa è possibile fare anche per le Mici. Non ci sono evidenze scientifiche sul fatto che ciò che si mangia provochi o meno queste malattie, ma certamente possiamo dire che alcuni cibi e bevande possono riacutizzare l’infiammazione, per cui è consigliabile evitarli.

Malattia di Crohn e colite ulcerosa: quale dieta seguire

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L’Associazione Nazionale AMICI Onlus – Associazione nazionale per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino – consiglia alle persone che soffrono del morbo di Crohn o di colite ulcerosa, di sperimentare la reazione del loro corpo a determinati cibi o abitudini alimentari, segnando tutto, in modo da averne traccia e imparare a conoscere quali sono i cibi da evitare. Infatti, come abbiamo visto, non esiste una terapia univoca e definitiva, ma un regime alimentare mirato può portare dei miglioramenti nei sintomi, soprattutto in fase di riacutizzazione.

In linea generale, oltre a confrontarsi con un gastroenterologo e un dietista, i consigli per chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali sono:

  • limitare il consumo di fibre, poiché frutta, verdure e alimenti integrali possono peggiorare l’infiammazione (per questo è bene compensare con integratori vitaminici, sotto consiglio medico)
  • ridurre latte e latticini per migliorare sintomi come diarrea, dolore addominale e gonfiore
  • evitare alimenti irritanti, come cibo piccante, alcool e caffeina
  • prediligere una dieta a basso contenuto di grassi
  • bere molti liquidi (preferendo l’molta acqua) per ridurre il rischio di calcoli renali e per reintegrare le perdite dovute alla frequente dissenteria
  • evitare tisane con erbe ad effetto lassativo
  • mangiare poco e spesso
  • eliminare glutine e frumento, spesso causa di intolleranze.

Via libera, invece, a pasta, riso, patate e carote bollite, banane.

Oltre all’attenzione alla dieta e a sani stili di vita, per la colite ulcerosa e la malattia di Crohn arrivano notizie incoraggianti dall’utilizzo di nuovi farmaci.

Malattie infiammatorie croniche intestinali: nuove risposte della biotecnologia

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Fino agli anni ‘90 la terapia tradizionale prevedeva steroidi e immunosoppressori, fino alla chirurgia, utilizzata come ultima scelta nei casi più gravi. Oggi, invece, per trattare le malattie infiammatorie croniche intestinali arrivano nuove risposte della biotecnologia che stanno dando risultati positivi. I farmaci biologici, o meglio biotecnologici, sono prodotti da proteine presenti nel nostro organismo, opportunamente modificate in modo da agire solamente sulle cellule o sulle strutture “malate”, senza intaccare quelle sane. Si tratta di nuovi farmaci, ancora molto costosi, che si stanno dimostrando rivoluzionari contro le malattie autoimmuni e alcuni tipi di tumore, tanto che gli studi condotti negli ultimi 10 anni dimostrano che in presenza di Mici, psoriasi o artrite reumatoide, sono in grado di ridurre i sintomi e cambiare l’andamento della patologia.

La terapia con anticorpi monoclonali

In particolare, nelle malattie infiammatorie croniche intestinali l’uso della biotecnologia ha ridotto drasticamente l’utilizzo della chirurgia e delle ospedalizzazioni. Si tratta prevalentemente anticorpi monoclonali, ovvero cloni di un solo tipo di cellula immunitaria, che sembrano dare risultati incoraggianti. L’Associazione Nazionale AMICI Onlus sottolinea che in caso di colite ulcerosa “i farmaci biologici possono portare alla guarigione mucosale nel 60-70% dei casi trattati, e alla riduzione del ricorso all’utilizzo di cortisone e del trattamento chirurgico e dei ricoveri”.

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Le Mici sono diffuse e invalidanti perché compromettono la vita quotidiana delle persone, con ricadute psicologiche importanti, e richiedono anche un notevole sforzo economico, tra gli esami di screening e la terapia e anche a causa della riduzione della capacità lavorativa delle persone malate. Per questo è bene fare luce sulle malattie infiammatorie croniche intestinali, anche supportando l’azione delle Associazioni che chiedono maggiori tutele sul luogo di lavoro, l’allargamento delle esenzioni e il riconoscimento dell’invalidità civile.

Se soffrite di malattie infiammatorie croniche intestinali potrebbe esservi utile leggere anche l’articolo in cui parliamo degli alimenti che causano gonfiore addominale. Voi quali evitate? Qual è la vostra esperienza?

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