All’indomani delle elezioni americane l’Europa si interroga sul futuro delle relazioni con gli USA. Fra i molti scenari che potrebbero cambiare c’è anche quello dei rapporti commerciali internazionali. A questo riguardo la posizione di Trump è stata chiara: “America first”. Durante la campagna elettorale il candidato repubblicano ha promesso di voler rinegoziare se non abolire i trattati già in vigore (come il NAFTA, il patto di libero scambio siglato con Canada e Messico) e interrompere le trattative sui nuovi accordi, fra cui il TPP (Trans-Pacific Partnership) e il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).
Un uragano protezionista alla Casa Bianca?
Ma una cosa sono le campagne elettorali, altra cosa è la Presidenza degli Stati Uniti, e prima di dire che ne sarà dei trattati commerciali in corso, o di capire che ruolo vorranno mantenere gli Stati Uniti all’interno di organismi economici (OMC) o politici (NATO) internazionali, gli osservatori preferiscono attendere che i toni usati per convincere si siano assestati su quelli, più equilibrati e concreti, necessari per governare. L’atteggiamento “neo-isolazionista” dimostrato da Trump in campagna elettorale sarà un segno distintivo anche del suo mandato alla Casa Bianca?
Ci sono presupposti per una rinegoziazione del TTIP?
In un intervento precedente alle elezioni, il prof. Michael G. Plummer, direttore della John Hopkins SAIS Europe, aveva ipotizzato che la posizione che il Congresso USA manterrà nei confronti del TPP, le cui trattative sono ancora in corso, darà agli economisti delle indicazioni più precise anche sul futuro del TTIP: “L’amministrazione Trump dovrà tener conto del fatto che il Congresso potrebbe essere favorevole ai trattati commerciali. Se va avanti il TPP, è facile che vada avanti anche il TTIP”. Nel frattempo Obama ha annunciato che interromperà gli sforzi per far passare al Congresso l’accordo trans-pacifico prima che il presidente eletto Donald Trump si insedi, spiegando che il destino dell’intesa dipenderà dallo stesso Trump e dai deputati repubblicani.
TTIP: un matrimonio che “non s’ha da fare”
La fine del TTIP era già stata decretata dopo l’ennesimo round di negoziati finiti nel nulla lo scorso ottobre. Sostenuto da Obama, che sperava di siglare l’intesa con Bruxelles entro il termine del suo mandato, il trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti tra UE e USA si era dunque già arenato sullo scoglio degli agguerriti movimenti ambientalisti (fra cui Greenpeace) e sulla posizione contraria di alcuni stati membri dell’Unione, come Francia e Germania.
Trump darà il colpo di grazia al trattato UE-USA?
Nonostante la chiara posizione protezionista di Donald Trump durante la campagna elettorale, è ancora difficile intuire che ne sarà del TTIP. Il commissario europeo per il Commercio Cecilia Malmström ha dichiarato che “con il nuovo presidente eletto non sappiamo esattamente che cosa succederà: ci sarà sicuramente una pausa. Il lavoro tecnico continua ma non credo che al momento si possa ipotizzare un nuovo round”.
Junker: “ristabiliamo subito la rotta delle relazioni internazionali”
Intanto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker si è affrettato a inviare una lettera di congratulazioni al president-elect invitandolo in Europa per un vertice UE-USA in cui rimarcare la linea transatlantica tracciata in decenni di sforzi diplomatici e politici tra i due continenti e ristabilire “la rotta delle nostre relazioni per i prossimi quattro anni”. Nessuna risposta da parte di Trump, tanto che alcune affermazioni successive di Junker, rilasciate durante un congresso a Lussemburgo, sono apparse subito molto meno distensive: “Rischiamo di perdere due anni aspettando che Donald Trump termini di fare il giro del mondo che non conosce. Bisognerà che gli spieghiamo in cosa consiste l’Europa e come funziona”.
Independent: fine della “golden era” del libero scambio
Secondo l’Independent l’elezione dell’imprenditore milionario alla Casa Bianca segnerà la fine della “golden era” del libero scambio e, se Trump manterrà le promesse fatte in campagna elettorale, il TTIP sarà il primo dei trattati internazionali a saltare. Il quotidiano britannico sostiene che il Regno Unito post-Brexit potrebbe beneficiare del mancato accordo sul TTIP, avviando trattative dirette con l’amministrazione Trump svincolate dalle tensioni createsi recentemente tra UE e USA sulle questioni del rientro delle tasse delle multinazionali americane e delle sanzioni imposte dagli USA alle banche europee. E infatti Trump, che non ha risposto all’invito di Junker, ha invece già contattato la premier britannica del Brexit Theresa May per invitarla ad un incontro a Washington che, secondo una nota di Downing Street, avverrà “il prima possibile”.
In un momento in cui l’unica cosa certa sono le incertezze, è difficile capire cosa ne sarà degli accordi commerciali, e non solo commerciali, tra UE e USA. La linea protezionistica di Trump potrebbe portare a sviluppi inaspettati. In questo scenario, il TTIP resisterà all’uragano protezionistico del nuovo presidente degli Stati Uniti?
Per saperne di più sul TTIP e sul CETA, il trattato “gemello” tra UE e Canada che entrerà in vigore a breve, vi proponiamo alcuni articoli già apparsi sul Giornale del Cibo: Ceta, verso la ratifica del trattato UE-Canada, TTIP, chi sarà l’ultimo ad arrendersi?TTIP leaks: svelate le trattative USA-UE.