Forse non tutti sanno che il termine Galateo è solamente il titolo di un libro scritto nel 1500 in Italia da Monsignor Giovanni Della Casa, “Galateo ovvero de’ costumi”: questo trattato divenne famoso a tal punto che il nome Galateo è poi divenuto sinonimo dell’insieme delle regole della buona educazione, un istituto di norme che stabilisce i costumi da adottare all’interno della società civile.
Il codice redatto da Monsignor Giovanni Della Casa si destreggia con insospettabile eleganza e semplicità in tutte le situazioni “sociali” della vita quotidiana, ma la parte più succulenta, è proprio il caso di dirlo, è sicuramente quella che si riferisce al comportamento da adottare mentre si mangia. Non importa se siate a cena dai reali di Spagna o consumando un panino al volo da “Gigi il troione”, un minimo di savoir faire a tavola è indispensabile. D’altronde, lo sguardo fisso su di voi mentre state succhiando rumorosamente una goduriosa minestra dal cucchiaio, vi farà senz’altro capire che c’è qualcosa che non va. Ecco quindi per voi le regole base del Galateo su come mangiare, per non sfigurare in qualsiasi occasione, dalla più informale alla cena di gala.
Galateo: come mangiare per evitare figuracce
Prima regola: la postura
Iniziamo dalle basi: la postura a tenere a tavola deve essere composta, con la schiena ben dritta, non bisogna mai appoggiare i gomiti sul tavolo, le braccia vanno lungo i fianchi e solo le mani sul tovagliato. Tuttavia è sempre bene ricordare che, d’accordo le regole, ma bisogna sempre cercare di mantenere la propria naturalezza, rimanere inchiodati alla propria sedia in una posa eccessivamente “ingessata” più che ben educati vi farà apparire solamente molto strani.
È la forchetta che va alla bocca, non il contrario
Mangiando non bisogna tenere una posizione curva e troppo vicina al piatto, bensì rimanere diritti, ma non rigidi, e portare il cibo alla bocca alzando il braccio. Anche in questo caso vale il concetto di non interpretare la regola troppo alla lettera: se rimaniamo con la testa ferma ed immobile mentre portiamo la forchetta alla bocca, l’effetto crollo è praticamente inevitabile con tutte le sue disastrose conseguenze. D’altra parte però, questo non vuol dire che dobbiamo portare il viso verso il piatto con angoli di inclinazione che neanche un tuffatore olimpionico utilizza. L’ ideale sarebbe mettersi d’accordo tra forchetta e bocca e incontrarsi a metà strada.
Il tovagliolo dove va?
Appena ci si siede si apre il tovagliolo e si mette sulle ginocchia, in modo da utilizzarlo quando necessario. È da maleducati legarlo intorno al collo o infilarlo nel colletto della camicia. Alla fine del pasto non si ripiega il tovagliolo, ma lo si riappoggia alla sinistra del piatto prima di alzarsi. Sì avete capito bene, i tempi del bavaglino sono ormai lontani, pertanto non vale il principio “sai lo metto davanti alla camicia perché è bianca e ho paura che mi schizzo di sugo”, arriva un momento della vita in cui vale la pena correre dei rischi.
Il primo boccone spetta ai padroni di casa
Prima di cominciare a mangiare si aspetta che tutti i commensali siano serviti e che la padrona o il padrone di casa prenda il primo boccone. Il galateo non consente in pratica scene in stile “assalto al buffet” del villaggio turistico di fantozziana memoria, tuttavia, se gli ospiti sono numerosi e la padrona o il padrone di casa invita ad iniziare per non far raffreddare il cibo, è consentito cominciare a mangiare.
Rumori strani? No, grazie!
Evitare di emettere rumore quando si mangia o si beve e anche dopo aver finito il pasto, una semplice regola che sembra scontata ma forse no, sicuramente c’è ancora qualcuno convinto che emettere un sonoro rutto a fine pasto sia segno di aver gradito il cibo. Stando a ciò che dice wikipedia, sembra che questo costume sia in uso fra gli eschimesi, pertanto se intorno a voi non vedete immense distese di ghiaccio meglio evitare.
Le posate non sono tutte uguali
Passiamo alle posate, mentre si sta mangiando, non si appoggiano coltello e forchetta ai bordi del piatto, ma si appoggiano all’interno e mai disposte a croce. Finito di mangiare si collocano parallele nel piatto, nella posizione di due lancette di orologio che segnino le sei e trenta. Se il numero delle posate apparecchiate accanto al piatto vi mette in imbarazzo, niente paura, è bene sapere che si inizia da quelle esterne e si procede via via prendendo quelle interne. La forchetta si tiene con la mano destra, tra il pollice e l’indice, mentre quando si effettua il taglio va tenuta con quella sinistra. Con la stessa mano andrà poi preso il cibo tagliato per portarlo alla bocca, senza posare il coltello o cambiare mano. Inoltre, anche il cucchiaio si tiene tra il pollice e l’indice della mano destra, va riempito a metà per non rischiare esondazioni varie e soprattutto non si usa mai insieme alla forchetta per arrotolare gli spaghetti.
Bere non è mai stato così…difficile
Continuiamo con i bicchieri, nel caso in cui siano molti, basta ricordare che durante il pasto andrebbero utilizzati prima quelli che sono più a sinistra procedendo verso la direzione destra. È bene prendere il bicchiere dallo stelo e non dalla parte alta, inoltre ci si asciuga la bocca prima e dopo aver bevuto.
Le mani dove le lavate?
Coppa lavadita questa sconosciuta: qui andiamo veramente sul difficile! Dovreste riconoscerla poiché viene presentata sul piatto da frutta, con una sottocoppa o un centrino e va messa alla sinistra del piatto. Già il fatto di non scambiarla per un bicchiere e sorseggiarne il contenuto dovrebbe essere considerato una vittoria schiacciante, se proprio volete andare oltre ricordatevi di intingerci appena le dita per poi asciugarle con il tovagliolo.
Il nocciolo non si ingoia e non si sputa
Ma andiamo su qualcosa di più imbarazzante:i noccioli della frutta o le parti di scarto, inavvertitamente messe in bocca, non si lasciano cadere direttamente nel piatto, in pratica lo “sputazzo” com’era facile immaginare, non è concesso. Allora come uscirne elegantemente? Se il cibo è stato portato alla bocca con una posata, si fa scivolare il nocciolo su di essa e poi sul piatto, se con le mani si depone lo scarto nella mano chiusa a pugno che lo riporta sul piatto.
Buon appetito: no, no e no!
Per finire secondo il galateo augurare buon appetito sarebbe sconveniente poiché originariamente per gli aristocratici la tavola era un’occasione per conversare e creare alleanze, dove quindi il cibo era solo un contorno piacevole alla conversazione. Questa regola pertanto, a modesto parere di chi scrive, andrebbe osservata solamente nelle cene molto formali, riservando a tutte quelle occasioni più familiari e festose un allegro e sonoro buon appetito da scambiarsi gli uni con gli altri.
Le regole generali del galateo ora le conoscete, ma esistono anche delle indicazioni su come mangiare in ogni parte del mondo, ad esempio voi il sushi siete sicuri di consumarlo nel giusto modo?