Cos’è il Pesce Povero? In che modo acquistare e consumare specie meno note può aiutare a contrastare lo sfruttamento dei mari? Sempre più si sente parlare di pesci meno noti e tante sono le iniziative per farli conoscere e le proposte di chef più o meno famosi per capire come cucinarli. Conosciamo queste specie meno richieste ma altrettanto gustose.
Quali sono i Pesci Poveri?
Le specie di Pesci del Mediterraneo commestibili commestibili sono circa 300, senza contare crostacei e molluschi, allora perché non diversificare le nostre scelte, salvaguardando anche la biodiversità dei nostri mari?
Una lista delle principali specie di pesci negletti la fornisce anche Slow Food, che tanto si adopera per informare i consumatori e quindi promuovere scelte di acquisto e di consumo più consapevoli, ma sono disponibili online diversi opuscoli pubblicati dal Ministero o dalle principali regioni italiane, proprio per valorizzare queste specie.
I Pesci Poveri disponibili nei mari italiani sono: aguglia, alaccia, alalunga, alice, alletterato, boga, cicerello, costardella, fasolaro, lampuga, lanzardo, leccia, merluzzetto o busbana, muggine, moscardino, occhiata, pagello, palamita, patella, pesce castagna, pesce sciabola, pesce serra, potassolo o melù, sardina, sciabola, sgombro, spratto, suacia o zanchetta, sugarello, biso o tombarello, zerro.
Perché il Pesce Povero è “a basso impatto ambientale”
Scegliere pesci meno conosciuti ma altrettanto saporiti rispetto a tonno, salmone o dentice, allevia la pressione di pesca su queste specie più ricercate e garantisce il mantenimento della biodiversità di tutte le specie ittiche dei nostri mari. Per questo i pesci poveri sono “a basso impatto ambientale”.
Inoltre, essendo ritenuti di minore valore commerciale, sono meno cari e permettono di risparmiare.
Focus sul Pesce Povero: Costardella, tombarello e alletterato
Nei diversi articoli che abbiamo pubblicato sul pesce di stagione, trovate già di diverse specie di pesce povero. Ci piacerebbe proseguire, presentandovi altri tre pesci meno noti.
Costardella
La costardella è molto comune nei mari italiani, tranne che nell’Adriatico settentrionale, dove è rara.
Si riconosce per le piccole dimensioni, che si presenta compresso ai lati, con la mascella e la mandibola che si prolungano a forma di becco leggermente ricurvo verso l’alto. Di colorazione blu‐verdastra sul dorso, argentea sui fianchi e sul ventre.
È un piatto tipico Siciliano, dove infatti è abbondantemente presente, in particolare nell’area vicino allo stretto di Messina. In cucina si può preparare impanata, alla brace o ripiena.
Tombarello
Il tombarello è molto comune su tutte le coste del nostro paese, con prevalente presenza nel Nord della Sicilia e nella Puglia Ionica.
Si riconosce per il dorso blu scuro o grigio piombo, con macchie e linee nere irregolari, il ventre bianco‐argentato. Il corpo è lungo e molto sottile in prossimità della coda a forma di mezzaluna. Spesso viene confuso con l’allitterato.
Ha una carne estremamente magra. In cucina si può preparare in umido, con capperi e timo. Ottimo anche il Tombarello al Cartoccio, che trovate nel nostro ricettario
Alletterato
L’alletterato si trova in Italia soprattutto nella Sicilia Est e nella Puglia Ionica, con una discreta presenza anche nella Calabria Ionica.
Appartiene alla famiglia dei tunnidi e per questo viene anche chiamato tonnetto. Si riconosce per il corpo allungato, fusiforme, un occhio piccolo e circolare e la mandibola poco prominente. Dall’inconfondibile dorso azzurro-nerastro, attraversato da numerose linee sinuose scure e segnato da macchie rotonde scure. I fianchi e il ventre sono argentei. La sua pelle è liscia, priva di squame. Si distingue dal biso o tombarello per le pinne dorsali contigue, anzichè separate e distanti.
In cucina, scottato al vapore ben si sposa con cipolla di Tropea caramellata, oppure si può preparare con una caponata di melanzane, o semplicemente al forno.
State già prendendo spunto per la prossima spesa? Ricordatevi di scoprire e assaggiare anche questi Pesci Poveri di nome ma ricchi di gusto.