Ottenuta dalla fermentazione di cereali, la birra vanta una storia di millenni: la prima testimonianza chimica nota è datata intorno al 3500-3100 a.C., ma probabilmente veniva prodotta già nel settimo millennio a.C.
Dopo avervi parlato di birra artigianale e birra agricola, andiamo oggi alla scoperta delle birra indigena. Bevande prodotte in America Latina, Africa e Asia con lieviti autoctoni e metodi tradizionali.
Birra indigena: dove si produce?
America Latina: chicha
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In America Latina vengono preparate bevande leggermente alcoliche dalla fermentazione non distillata di mais e di altri cereali, ma anche da frutta, come mele e uva, o dalla manioca.
Chicha è il nome di questi drink realizzati secondo gli stessi metodi da millenni: bollitura e successiva fermentazione del cereale o della frutta impiegata. Il risultato è una bevanda dolce leggermente alcolica.
Africa: bantu, muratina e otika
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In Africa esistono diverse ricettazioni e quindi differenti tipi di birra indigena. La bantu, ad esempio, è tipica delle zone sudafricane: viene prodotta utilizzando il sorgo o il miglio e consumata durante la fermentazione perché più ricca di sostanze vitaminiche.
La keniana muratina, invece, è preparata da alcune tribù, facendo fermentare il succo delle barbabietole da zucchero con il miele, di cui è ricca la zona.
Otika, infine, è la birra indigena della Nigeria e viene prodotta utilizzando il sorgo della Guinea del Sudan e della savana nigeriana.
Asia: chhaang
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Tipica di Nepal e Tibet è, infine, la chhaang, bevanda alcolica preparata con orzo, miglio o riso. Questa bevanda di riso fermentato è molto particolare: dal colore bianco latte somiglia, per gusto e metodo di produzione, ad alcune varietà non filtrate di sake giapponese. Vi è già venuta qualche idea per le prossime vacanze? Avete per caso pensato ad una dei Paesi che producono birra indigena?