La cuccìa ha origini antichissime ed il suo nome è intraducbile. È un dolce della cucina siciliana che si prepara in determinate occasioni e, per l’esattezza il 26 luglio (S. Anna) ed il 13 dicembre (S. Lucia).
Cuccìa siciliana: il dolce che allontanò la carestia
Questo dolce è legato alla ricorrenza di S. Anna, cugina della Madonna, perché vuole la leggenda che quando Maria fece visita alla cugina, le portò in omaggio questo dolce preparato con grano e miele. È questo il motivo per cui, in passato, si era soliti offrirla sia ai parenti per rafforzare i legami familiari, sia ai vicini di casa per rafforzare i rapporti di buon vicinato. Più nota, è, invece, la leggenda che lega il dolce alla Santa siracusana. Narra, infatti, la leggenda che l’anno successivo alla morte di Santa Lucia si verificò un gravissima carestia che coinvolse quello che oggi è il territorio delle province di Ragusa e Siracusa. Quest’ultima città poi, ne fu particolarmente colpita. Alle prime luci dell’alba del 13 dicembre (anniversario della morte della Santa) nel porto di Siracusa comparvero 13 navi che scaricarono un immenso carico di grano. A mezzogiorno in punto le navi scomparvero misteriosamente. Il miracolo, che consentì alle popolazioni di sfamarsi viene ricordato proprio con la «cuccìa». Nelle campagne si era soliti spargerla nelle stalle e sui tetti delle case e la tradizione di compiere questo rito aveva un chiaro significato propiziatorio, facilmente immaginabile: tenere lontana la carestia. La cuccìa siciliana, dolce semplicissimo, ma gustosissimo è oggi quasi del tutto sconosciuto alle nuove generazioni. Ecco la ricetta.Photo credit by Antonella Lauretta
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Preparazione 2 ore h
Tempo totale 2 ore h
Portata Dolci e Dessert
Cucina Italia
Porzioni 6 persone
Istruzioni
- Pulite e lavate il grano; quindi lasciatelo in ammollo per almeno 8 ore.
- Risciacquatelo e mettetelo a bollire a fuoco lento per almeno mezzora. Quando il grano si sarà ammorbidito, scolatelo e conditelo con il miele o con lo zucchero.
- Lasciatelo riposare in piccole ciotole e poi consumatelo freddo.