La tutela e la protezione delle eccellenze italiane è da sempre una delle priorità dell’intero comparto del food. Un esempio riguarda la grande diffusione dei formaggi che imitano Grana Padano e Parmigiano Reggiano, presenti sul mercato internazionale quattro volte più degli originali, oppure il fatto che ben il 30% di quanto viene venduto online come italiano sia in realtà un falso made in Italy. In questo contesto, il Made in Italy trova un alleato nella tecnologia. Microsoft, leader mondiale nel settore digitale, insieme all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha sviluppato un chat bot che impiega l’intelligenza artificiale, denominata MIA, progettata per tutelare l’eccellenza dei prodotti italiani dalla contraffazione. Questa innovazione rappresenta non solo un supporto per i produttori italiani ma anche un esempio di come la tecnologia possa difendere il patrimonio culturale ed economico del nostro Paese. Annalisa De Luca, Responsabile Innovazione, Strategia di Ricerca e Prodotto dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ci svela come l’intelligenza artificiale si integra con le attuali strategie di tutela e certificazione per garantire ai consumatori di tutto il mondo prodotti genuini e di qualità certificata.
L’AI di Microsoft che protegge i prodotti Made in Italy dall’Italian Sounding
La tecnologia, dunque, può offrire un supporto concreto nell’ambito la protezione dei prodotti d’eccellenza italiani, ed è in quest’ottica che Microsoft ha sviluppato un’intelligenza artificiale avanzata per tutelare i prodotti italiani dalle contraffazioni e lo fa insieme all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, l’ente incaricato di garantire la sicurezza e l’autenticità di documenti e prodotti italiani, come monete, passaporti e certificazioni di qualità, utilizzando tecnologie innovative per contrastare la contraffazione e proteggere il Made in Italy nel mondo.
Come è nata l’idea di collaborare con Microsoft per proteggere il Made in Italy attraverso l’intelligenza artificiale? Quali erano gli obiettivi iniziali e come è stata costruita la partnership?
A.D.L. “Crediamo che la tutela delle eccellenze italiane e il contrasto al falso e alle imitazioni (c.d. ’Italian sounding) passino anche per la valorizzazione e la promozione dei prodotti. Per questo, come azienda di Stato siamo sempre più vicini alle imprese italiane e abbiamo arricchito le nostre soluzioni con servizi digitali innovativi, a partire dal passaporto digitale di prodotto – Pass IT. La partnership con Microsoft si inserisce in questo contesto e risponde al desiderio del Poligrafico di essere innovativo nella tutela delle eccellenze italiane tanto quanto lo è nell’ambito dell’identità digitale. Con il lancio di IT Wallet abbiamo anticipato il wallet europeo, con Pass IT siamo first mover rispetto al passaporto digitale europeo che arriverà tra un paio d’anni. Dalla partnership con Microsoft è nata MIA, la nostra assistente virtuale alimentata da intelligenza artificiale generativa. Con MIA vogliamo dimostrare che il Poligrafico è pronto a correre alla velocità delle imprese che sostiene.”
Quali esigenze e dati vi hanno spinto a creare MIA come strumento contro la contraffazione del Made in Italy?
A.D.L. “Il bisogno principale è quello di adottare un approccio nuovo rispetto alla contraffazione e all’Italian sounding, che metta il consumatore al centro, valorizzando al contempo l’unicità dei prodotti italiani. Con MIA, il nostro chatbot, avviciniamo consumatori alle nostre eccellenze, a partire dai prodotti del Consorzio Prosecco DOC che ha voluto essere il primo a salire a bordo del progetto. Tramite MIA, utenti di tutto il mondo possono scoprire informazioni e curiosità e verificare se i prodotti sono originali e autentici. E possono farlo nella loro lingua d’origine perché MIA ne conosce più di 30.
A questi si aggiunge il trend che vede l’importanza crescente del valore immateriale del prodotto, che sempre più guida le abitudini d’acquisto, e la conseguente la necessità di proteggere non solo il prodotto ma anche il legame tra il prodotto e il patrimonio informativo ad esso associato.”
In che modo MIA, grazie all’intelligenza artificiale, riesce concretamente a proteggere l’autenticità dei prodotti italiani?
A.D.L. “Ci sono diversi modi in cui l’intelligenza artificiale – e, in particolare, quella su cui opera MIA – aiuta a proteggere il made in Italy. Innanzitutto, permette di usare interfacce conversazionali di facilissimo utilizzo sviluppate con l’intelligenza artificiale generativa, che ingaggiano i consumatori sui mercati globali nella lotta alla contraffazione. Inoltre, l’utilizzo di tecniche di computer vision rende la verifica dell’autenticità dei prodotti alla portata di tutti. Questi sono tutti approcci impiegati in MIA, che – tra le altre cose – riconosce prodotti originali a partire dal contrassegno di Stato e dall’etichetta commerciale.”
Dopo il Prosecco, quali altri prodotti o settori del Made in Italy prevedete di coinvolgere con MIA, anche a livello internazionale?
A.D.L: “MIA è pensata come estensione nel mondo digitale di tutti i prodotti dotati di contrassegni del Poligrafico, quindi eccellenze agroalimentari e vini, che da anni adottano le soluzioni del Poligrafico e, potenzialmente, tutti i settori coperti dalla legge 203/2023 sul made in Italy. L’espansione sui mercati internazionali, abilitata dalla capacità di MIA di dialogare in tutte le lingue dei principali mercati dell’export italiano, verrà sostenuta da una strategia che mira a far diventare MIA un agente pervasivo, sempre disponibile al fianco degli utenti-consumatori, ovunque si trovino.”
Quali vantaggi concreti offre MIA ai consumatori per riconoscere l’autenticità dei prodotti, e ai produttori per tutelare i loro marchi?
A.D.L: “I benefici derivano dall’avvicinamento dei consumatori ai marchi. In particolare, per i produttori, il beneficio è quello di riunire nella stessa iniziativa attività di marketing e valorizzazione del prodotto, education e tutela dell’originalità, anche verso consumatori e mercati esteri. Per i consumatori la tecnologia permette, invece, di riconoscere l’autenticità e l’originalità dei prodotti e di approfondire la conoscenza del patrimonio informativo dei prodotti stessi e dei loro marchi, il tutto con il semplice uso dello smartphone.”
Quali difficoltà avete affrontato nell’introdurre una tecnologia avanzata come l’intelligenza artificiale nel settore alimentare, e come le avete superate?
A.D.L: “La principale sfida nell’integrare l’intelligenza artificiale generativa nel settore dei prodotti alimentari è quella di garantire la qualità delle risposte, contrastando il fenomeno delle cosiddette “allucinazioni”, tipiche degli LLM generalisti e che rendono necessari addestramenti specifici, a cui agenti specializzati come MIA sono sottoposti. Un LLM, ovvero Large Language Model, è il motore su cui opera l’intelligenza artificiale generativa ed è come una macchina che impara a capire e parlare come gli umani leggendo tanti, tanti libri e testi. Gli LLM che ci stiamo rapidamente abituando a utilizzare nel quotidiano, quindi, hanno una conoscenza larghissima ma non sono onniscienti. Quella di addestrare un LLM rendendolo esperto di eccellenze italiane è una sfida che stiamo affrontando unendo il know how tecnologico del Poligrafico al know how di dominio di consorzi, produttori ed esperti delle eccellenze italiane. Non vediamo l’ora di insegnare nuove cose a MIA e di vederla crescere collaborando con nuovi produttori.”
In conclusione, oggi la protezione del made in Italy passa anche per la tecnologia e l’intelligenza artificiale di MIA ne è un interessante esempio. Ciò perché coniuga approfondimento e tutela, avvicinando i consumatori di tutto il mondo ai produttori delle eccellenze del Belpaese. Avete mai usato un chatbot come MIA per conoscere di più sul cibo che consumiamo?
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