Quanti di voi conoscono la vera storia della Coca-Cola? Forse pensate di sapere già tutto, ma siamo pronti a stupirvi con qualche chicca che vi farà apprezzare ancora di più questa bevanda diventata iconica. Sì, proprio quella che sorseggiate durante le giornate estive o che associate ai jingle natalizi: da sempre associata a un clima di festa, alla gioia della condivisione e dello stare insieme, con tanto di slogan “Stappa la felicità”, in realtà la sua nascita è legata a una motivazione ben più drammatica e dal triste finale… abbiamo acceso la vostra curiosità?
Ci piace ripercorrere le tracce di alcune delle ricette e pietanze “cult”, quelle che in qualche modo hanno fatto la storia, come il ketchup, i famosissimi pancake, o la meravigliosa cheesecake. Oggi ci concentriamo sulla bevanda più famosa del mondo: allacciate le cinture, si parte per un viaggio nel tempo!
La nascita della Coca-Cola
Immaginatevi nella calda Atlanta del 1886. Qui, un farmacista di nome John Stith Pemberton, dopo una lunga giornata di lavoro, si mette a mescolare ingredienti nel retro della sua farmacia. Il risultato? Un intruglio dolce e frizzante che ha segnato l’inizio della leggenda: la Coca-Cola. L’8 maggio 1886, Pemberton vende il primo bicchiere di Coca-Cola presso la Jacobs’ Pharmacy. E sapete quanto costava? Solo cinque centesimi!
Ma facciamo un passo indietro. Perché dietro questo mix fortuito c’è molto di più, e la storia della Coca-Cola non può essere raccontata senza parlare del suo fondatore, costretto a lasciare la moglie e il figlio per combattere nella guerra di secessione americana. Durante la battaglia di Columbus, l’ultima del conflitto, Pemberton viene ferito al petto e all’addome da un colpo di sciabola: riesce a sopravvivere e a riprendersi, ma il dolore durante la convalescenza è così forte e persistente che soltanto la morfina può placarlo. Tuttavia la morfina è un farmaco oppiaceo che in moltissimi casi dà una forte dipendenza: purtroppo, all’epoca non c’era tutta questa attenzione ai dosaggi come avviene oggi, e anche Pemberton non ne è immune. Inizia così una storia di dipendenza che cambierà per sempre la sua vita.
Consapevole della sua crescente dipendenza dalla morfina e delle sue pericolose conseguenze, inizia a cercare un’alternativa per alleviare il dolore, investendo tutte le sue energie e i suoi soldi. Tra i suoi esperimenti, crea il Dr. Tuggle’s Compound Syrup of Globe Flower, una bevanda a base di Cephalanthus occidentalis, una pianta dai vari usi medicinali ma con diverse controindicazioni tossiche. Nonostante questi rischi, il prodotto ottiene un discreto successo, tale da spingere Pemberton a trasferirsi nella capitale per continuare le sue ricerche.
Proprio ad Atlanta, Pemberton porta avanti i suoi esperimenti concentrandosi stavolta sul vino e le foglie di coca, convinto che fosse il sostituto migliore per l’oppio. Crea così una primissima ricetta della Coca-Cola, la Pemberton’s French Wine Coca: si tratta di una bevanda contenente estratto di coca e damiana, pubblicizzata come un “rimedio miracoloso” e una “bevanda tonica per il cervello” che curava mal di testa, disturbi di stomaco, affaticamento e persino l’alcolismo – ma non la dipendenza dalla morfina del suo inventore.
Facciamo ora un passo “a lato”. L’invenzione della Coca-Cola avviene in un periodo storico preciso, in cui i movimenti contro il consumo di alcool, come il Movimento per la Temperanza, esercitavano una forte influenza sull’opinione pubblica. Nel 1886, le nuove leggi che limitavano l’uso di alcool nei prodotti commerciali costringono Pemberton a creare una versione analcolica della sua bevanda. Con l’aiuto dell’amico e farmacista Willis E. Venable, Pemberton sostituisce quindi la damiana con la noce di cola, una pianta tropicale con un alto contenuto di caffeina, e il vino con lo sciroppo di zucchero. E qui accade un fatto fortuito che rende la miscela leggendaria: durante la preparazione, Pemberton versa accidentalmente dell’acqua frizzante nel mix. Quel piccolo errore trasforma il vino medicinale in una bevanda saporita, rinfrescante e molto rinvigorente, vendibile ovunque.
Il resto, come si dice, è storia.
Dal nome al logo: Coca-Cola
Ma da dove viene il nome Coca-Cola? Pare che il merito sia da attribuire al contabile di Pemberton, Frank M. Robinson, che non solo ha suggerito il nome, ma ha anche disegnato il famoso logo in corsivo. Robinson pensava che le due “C” – derivate dai due ingredienti principali, le foglie di coca e la cola – avrebbero avuto un effetto accattivante nella pubblicità. Scommessa vinta!
Il desiderio è quello di avere un prodotto efficace e d’impatto già a partire dallo stile grafico. Fa una prova scrivendo “Coca‑Cola” utilizzando un adattamento del corsivo Spencerian script, una font tipica di quel tempo, e mostra il risultato ai dipendenti dell’azienda. Inutile dirvi che ottiene un consenso unanime e, nonostante qualche cambiamento del corso degli anni, il logo rimane pressoché identico diventando un marchio distintivo e unico. Il primo slogan è semplice e diretto: “Drink Coca-Cola”.
Storia della Coca-Cola: dagli inizi al successo mondiale
Torniamo al nostro Pemberton. Le prime vendite della bibita frizzante avvengono, come anticipato, nella farmacia Jacob di Atlanta. Ma le cose precipitano in fretta: la dipendenza da morfina non è risolta e peggiora sempre di più, al punto che causa a Pemberton diversi problemi finanziari che lo costringono a vendere, e addirittura a regalare, pezzi della sua impresa a diversi compratori.
Alla fine, nel 1888, Pemberton arriva addirittura a vendere la formula segreta della ricetta all’imprenditore e politico americano Asa Griggs Candler per soli 2.300 dollari. E non tanto tempo dopo, nell’agosto di quell’anno, il fondatore della Coca-Cola muore in povertà a causa di un cancro allo stomaco dovuto proprio alla sua dipendenza, senza immaginarsi il successo che avrebbe ottenuto la sua bevanda.
Un triste lieto fine per il fondatore, ma anche l’inizio scintillante per questa innovativa bevanda. Candler, che avrebbe poi fondato The Coca-Cola Company, porta il marchio Coca-Cola a espandersi rapidamente. È un mago del marketing: distribuisce buoni per assaggiare gratuitamente la bevanda e inonda le città di calendari, orologi e insegne pubblicitarie con il logo Coca-Cola: la strategia funziona e presto la bevanda inizia a diffondersi a macchia d’olio.
Negli anni ‘20, la Coca-Cola aveva già iniziato il suo viaggio oltre i confini americani, approdando in Canada, Cuba e Francia. E così, senza mai guardarsi indietro, la Coca-Cola diventa un fenomeno globale, al punto che oggi la possiamo trovare in oltre 200 Paesi! E se pensate che il sapore sia uguale ovunque, vi sbagliate: la ricetta viene leggermente adattata ai gusti locali.
La storia dell’iconica bottiglia della Coca-Cola
Anche dietro la bottiglia della Coca-Cola – diventata un’icona riconosciuta in tutto il mondo – c’è una storia affascinante. Inizialmente, visto il successo della vendita al bicchiere della Coca-Cola, si pensa di venderla in bottiglia: pare che il primo sia stato un certo Joseph A. Biedenharn, titolare di un negozio del Mississippi, che nel 1894 vende la bevanda in una bottiglia di vetro di un modello dalla linea dritta e piuttosto comune, chiamato Hutchinson.
Troppo comune: questo era il problema. Nel 1915, la Coca-Cola Company lancia un concorso per creare una bottiglia “unica” in grado di distinguersi dalle imitazioni e di farsi immediatamente riconoscere anche al tatto, nel buio. La Root Glass Company di Terre Haute, in Indiana, vince il concorso con un design ispirato alla forma di una bacca di cacao, che ricorda anche la silhouette femminile. Il prototipo è però poco adatto alle imbottigliatrici e viene quindi scartato: in realtà, ispira quella che sarà la “nuova bottiglia” brevettata nel 1915, con le sue curve distintive e il vetro verde smeraldo. Di nuovo, il resto è storia. Ottiene un successo enorme e nel 1916 inizia la produzione su larga scala: da allora, la bottiglia “contour” è più di un semplice contenitore, perché fa parte del simbolo della marca stessa, immortalata in opere d’arte, pubblicità e cultura popolare. La sua forma è così iconica che persino un frammento della bottiglia sarebbe immediatamente riconosciuto da chiunque.
La storia della Coca-Cola è soprattutto una questione di marketing
Chi non ricorda le pubblicità natalizie con l’orso polare o il famoso camion di Natale? Fin dagli esordi, la Coca-Cola ha sempre saputo catturare l’immaginazione del pubblico. Nel 1971, la campagna I’d Like to Buy the World a Coke è diventata un inno alla pace e all’unità, in un periodo storico dove l’unità, come ben sappiamo, era qualcosa di molto lontano. Per non parlare poi delle Olimpiadi o dei Mondiali di calcio: la Coca-Cola è sempre stata lì, pronta a rinfrescare atleti e tifosi. O addirittura dell’invenzione di Babbo Natale, come raccontiamo nel nostro articolo legato alle curiosità sulla Coca-Cola.
La Coca-Cola non si è fermata alla pubblicità. È apparsa in film, serie TV e canzoni. Pensate alla trilogia cult Ritorno al Futuro o alla celebre serie tv Mad Men, fino a entrare appena un decennio fa nell’universo Simpsons. E che dire delle collaborazioni con artisti e celebrità? Andy Warhol ha immortalato la bottiglia di Coca-Cola nelle sue opere, trasformandola in un simbolo della Pop Art, mentre sempre negli anni Sessanta l’artista italiano Mario Schifano la consacra come bevanda cult.
Insomma, probabilmente la Coca-Cola non sarebbe la bevanda che conosciamo oggi se non fosse per questo legame indissolubile tra un prodotto alimentare, il marketing, l’arte e la cultura pop che ne hanno sancito non solo il successo, ma una vera e propria “immortalità”. Questo infatti vuole essere un articolo che ripercorre la storia di una bevanda che, nel bene o nel male, ha raggiunto ogni angolo del mondo ed è entrata in tutte le case (in alcuni posti perfino più dell’acqua potabile), mostrandoci uno scorcio di mondo che non c’è più, una “turbolenta, creativa, rumorosa, nevrotica nuova America”, così com’è stata pubblicizzata nel lontano 1886. L’impatto culturale, economico e politico della Coca-Cola è qualcosa di difficile da spiegare a parole e da quantificare. Non mancano ovviamente le critiche, soprattutto dal punto di vista della salute: il nostro consiglio è sempre consumarla responsabilmente e con parsimonia.
Ma diteci, conoscevate la sua storia?
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