Canestrato di Castel Del Monte: origini e produzione di una tradizione minacciata dai cambiamenti climatici

 

Conosciuto come il โ€œpolmone verde dโ€™Europaโ€ per la presenza di ben tre Parchi nazionali (quello del Gran Sasso e Monti della Laga, il Parco nazionale dโ€™Abruzzo, Lazio e Molise, e il Parco nazionale della Majella), lโ€™Abruzzo รจ anche ricco di bontร  enogastronomiche, dagli arrosticini al liquore di genziana.ย 

Esiste perรฒ un prodotto in particolare che รจ simbolo della zona dellโ€™Aquila e della sua secolare cultura casearia: il canestrato di Castel Del Monte. Si tratta di un formaggio pecorino stagionato, presidio Slow Food, strettamente connesso alla tradizione della transumanza, lโ€™antica pratica pastorale che consisteva nel portare al pascolo le greggi fino in Puglia durante i mesi invernali โ€“ e alle peculiaritร  di un territorio denso di biodiversitร .ย 

Ne abbiamo parlato con Silvia De Paulis, responsabile Slow Food del presidio, che ci ha raccontato come la produzione di questo formaggio unico sia in realtร  a rischio, anche a causa dei cambiamenti climatici.

Canestrato di Castel del Monte, origini e caratteristiche di un pecorino unico nel suo genere

Foto di Federico Deidda

Immerso in un paesaggio montuoso ai piedi del Gran Sasso, Castel del Monte รจ annoverato tra i borghi piรน belli dโ€™Italia, con le sue case in pietra e le stradine labirintiche. รˆ in questa zona, tra boschi, faggete e piani carsici a 1346 metri sul livello del mare, che si trovano anche i moltissimi pascoli in quota dove nasce il pecorino โ€œcanestratoโ€ โ€“ cosรฌ chiamato perchรฉ tradizionalmente prendeva forma in canestri di giunco.ย 

โ€œSe fosse prodotto altrove, il canestrato sarebbe tuttโ€™altro formaggioโ€ spiega Silvia De Paulis, responsabile del presidio Slow Food ed ex vice presidente nazionale dellโ€™ente. โ€œLa materia prima รจ lโ€™elemento fondamentale. Quel che resta impresso in ogni forma di pecorino รจ lโ€™essenza del territorio: i pascoli dโ€™alta quota, lโ€™aroma delle erbe, lโ€™acqua pura che sgorga dal Gran Sasso. Il formaggio รจ lavorato al minimo per preservare lโ€™integritร  del latte e del prodotto finale, rispecchiando cosรฌ la natura e dove gli ovini pascolano. Tutto avviene nel pieno rispetto dellโ€™ambiente in cui questi animali vivonoโ€.ย 

Ma come nasce il Canestrato di Castel del Monte e perchรฉ รจ un pecorino unico nel suo genere?ย 

Dove nasce il Canestrato di Castel del Monte e quali sono le sue peculiaritร 

Il Gran Sasso, il picco montuoso piรน alto degli Appennini, vanta unโ€™enorme varietร  di flora foraggera. โ€œContrariamente alle Alpi, dove si trovano circa 20-30 essenze, qui se ne contano piรน di 300 varietร  diverseโ€ spiega De Paulis. Questo contribuisce a creare unโ€™eccezionale biodiversitร , sostenuta da un clima secco tutto lโ€™anno, ideale per lโ€™allevamento ovino. Ne deriva un formaggio a pasta dura dal sapore pronunciato e piccante: si tratta di un pecorino a latte crudo, che non viene cioรจ pastorizzato โ€œperchรฉ altrimenti perderebbe tutto il sentore erboso che solo i pascoli del Gran Sasso sanno dareโ€ aggiunge De Paulis.

Alessandro Persiani/shutterstock.com

Il Canestrato di Castel del Monte viene prodotto tramite allevamenti estensivi. Cosa si intende? Al contrario di quelli di tipo intensivo, il bestiame viene tenuto in stalla solamente nel periodo invernale: โ€œappena i prati sono pronti, perรฒ, gli ovini vengono mandati al pascolo, rispettando tutti quelli che sono gli usi civici โ€“ quindi secondo il regolamento dei pascoli che ciascun Comune ha โ€“ e portati in alpeggio fino alla piana di Campo Imperatore, 19 km di estensione a 1800 metri di altezza. Questa tipologia di allevamento consente al bestiame di poter pascolare fino a 6 mesi lโ€™anno, e prevede che le pecore vengano alimentate con il fieno proveniente esclusivamente dai terreni degli allevatori โ€“ che coltivano il foraggio, lo essiccano in rotoballe e lo conservano per lโ€™invernoโ€.ย 

Come viene prodotto il Canestrato di Castel del Monte?

โ€œLa lavorazione del canestrato รจ molto semplice e veloce, dato che si tratta di un formaggio che spesso veniva prodotto proprio durante la transumanza, quindi mentre i pastori erano in viaggio sui tratturi verso Foggiaโ€ spiega De Paulis. Il latte viene filtrato, riscaldato a una temperatura tra i 35ยฐ e i 40ยฐ C per 15-25 minuti, e vi si aggiunge del caglio naturale. La cagliata che si forma da questo processo viene poi rotta, trasferita nei canestri, pressata โ€“ favorendo cosรฌ la fuoriuscita del siero residuo โ€“ e salata. Dopo la salatura, le forme di formaggio sono riposte su tavole di legno in un ambiente fresco e areato, le casere.ย 

Foto di Federico Deidda

โ€œLa stagionatura, poi, richiede molta cura: la crosta di ogni forma viene unta con olio dโ€™oliva, e ogni giorno deve essere capovolta e ben areata. Piรน il canestrato viene stagionato, piรน se ne percepiscono il sentore piccante, lโ€™odore, il sapore e la dolcezza delle erbe, il che lo rende adatto sia come formaggio da taglio che grattugiatoโ€ conclude De Paulis.ย 

Il Canestrato di Castel del Monte si produce quasi durante tutto lโ€™anno, con una stagionatura minima che varia a seconda del peso della forma: 2 mesi per le forme da uno o due chilogrammi, 8 mesi per le forme da cinque chilogrammi e fino a 15 mesi per le forme tradizionali da 15 chilogrammi.

Questa secolare tradizione ha attirato lโ€™attenzione di Slow Food, che ha fatto di questo formaggio uno dei suoi presidi.ย 

Slow Food a tutela del Canestrato di Castel del Monte, un presidio a rischio

โ€œIl presidio Slow Food รจ nato intorno agli anni 2000, con lโ€™intenzione non tanto di diffondere il prodotto โ€“ che aveva e ha una larga eco โ€“ quanto di regolamentarne la produzione, per evitare contraffazioniโ€ racconta De Paulis. Sostenuto dal Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, โ€œรจ stato un percorso partecipativo vero e proprio. Abbiamo chiamato a raccolta tutti gli allevatori, e insieme a loro abbiamo scritto il disciplinare di produzione. Anzi, un doppio disciplinare, cosa che non viene fatta spessoโ€. Quello del canestrato di Castel del Monte, infatti, prevede due fasi, che sono una lโ€™anticipazione e la preparazione dellโ€™altra: lโ€™allevamento e la trasformazione. โ€œPrima รจ stato necessario fissare delle regole su come si alleva: abbiamo indicato quali sono i pascoli in cui portare le pecore e le modalitร  di allevamento estensivo.Poi abbiamo messo nero su bianco come si trasforma questo latte in modo che diventi il Canestrato di Castel del Monteโ€.

Il tutto con il prezioso contributo del servizio veterinario della ASL, dellโ€™Istituto Zooprofilattico, dellโ€™ARTA, della regione Abruzzo e di tutti i comuni dellโ€™Aquilano interessati: โ€œabbiamo coinvolto anche le istituzioni e chi si occupa dei controlli, per capire se quanto contenuto nel disciplinare fosse tecnicamente corretto: non volevamo che gli allevatori avessero problemi in fase di ispezioneโ€ specifica De Paulis.

Tutto questo, perรฒ, rischia di scomparire. โ€œLโ€™allevamento ovicaprino sta avendo problemi enormi, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che stiamo vivendoโ€. รˆ una difficoltร  che non riguarda solo gli allevatori, ma anche la conservazione di un patrimonio culturale e gastronomico inestimabile, a cui tiene molto anche Slow Food. โ€œIl ruolo dellโ€™ente si รจ rivelato fondamentale negli anni, e lo sarร  anche in futuro per contrastare la possibile scomparsa di questo prodotto cosรฌ particolareโ€ aggiunge De Paulis.ย 

Lโ€™impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione di questo formaggio

โ€œQuando รจ nato il presidio, le aziende aderenti erano quelle di tutto il versante meridionale del Gran Sasso โ€“ ossia lโ€™area che va dalla zona est del capoluogo fino ai piedi del Corno Grandeโ€ racconta De Paulis.ย ย 

Buffy1982/shutterstock.com

Il riscaldamento globale e il modo in cui le temperature sempre piรน alte stanno influendo sulle stagioni sono una minaccia reale per prodotti della terra come il canestrato di Castel del Monte: โ€œpensiamo alle precipitazioni cadute questa primavera, e a quanto fieno si รจ rovinatoโ€. Sebbene aumenti la quantitร  del foraggio, infatti, la pioggia ne diminuisce drasticamente la qualitร , che รจ parte integrante del processo produttivo del canestrato. A fronte di ciรฒ, gli allevatori sono costretti ad acquistarlo altrove, affrontando anche lโ€™incremento della domanda e i prezzi elevati. โ€œI contributi che arrivano dallโ€™UE, poi, sono molto ridotti: la quota per l’allevamento ovino rispetto al vaccino รจ molto piรน bassaโ€ spiega De Paulis.ย 

Inoltre, lโ€™aumento dei costi dellโ€™energia incide moltissimo sulle piccole aziende agricole come queste: โ€œi produttori non se la sentono di aumentare il prezzo finale di vendita โ€“ se non di qualche centesimo โ€“ e far pagare questi costi al consumatore finale. Sono persone a cui dobbiamo tanto rispetto e riconoscenza, perchรฉ portano avanti una tradizione in cui cโ€™รจ pochissimo ricambio generazionale, tanto lavoro ma anche tante preoccupazioni per il futuroโ€.

Anche i rischi per la tutela del territorio sono un punto centrale: โ€œlโ€™allevamento delle pecore da cui si ottiene il canestrato ha un impatto ambientale decisamente inferiore rispetto a quello dei bovini. Questo perchรฉ causa meno danni sia in termini di calpestamento del suolo, sia per quanto riguarda il controllo delle piante infestanti, di cui gli ovini impediscono la crescitaโ€ commenta De Paulis.

Queste aziende agricole, inoltre, risentono ancora dei danni del post-terremoto del 2009. โ€œDopo il sisma molti allevatori hanno dismesso le proprie attivitร , e tante aziende hanno ridotto il numero del bestiame. Di conseguenza, le pecore producono meno latte, sebbene il prodotto sia comunque molto richiesto. Se la maggior parte delle aziende dovesse definitivamente chiudere, il bestiame produrrebbe solo carne e lanaโ€.

Il futuro del Canestrato

Foto M. Anselmi /Archivio Ente Parco Gran Sasso Laga

รˆ qui che entra in gioco Slow Food, il cui contributo รจ stato fondamentale anche durante lโ€™emergenza sismica. โ€œIl suo ruolo รจ stato centrale nella realizzazione del Mercato Contadino dellโ€™Aquila, riaperto dopo il terremoto del 2009 con la piรน grande raccolta fondi che Slow Food abbia mai organizzato, proprio per aiutare sia la comunitร  sia i produttori che avevano perso i loro negozi e le bottegheโ€ racconta De Paulis. โ€œOra, con lโ€™emergenza climatica a cui ci troviamo a dover far fronte, la rete di osterie Slow Food โ€“ che ordina regolarmente il canestrato โ€“ svolge un ruolo chiave, cosรฌ come i canali di vendita sul territorioโ€ spiega De Paulis. Uno di questi รจ quello della Cooperativa Campo Imperatore, che ha un punto vendita nel paese di Calascio, dove si trova lโ€™omonima Rocca che ha un flusso turistico non indifferente.

Quindi, cosa possiamo fare per sostenere la produzione del canestrato? โ€œLa risposta รจ sempliceโ€ dichiara De Paulis โ€œacquistiamo meno, ma in modo piรน consapevole. Oltre al cambiamento climatico, anche gli sprechi alimentari rappresentano un problema enorme. Sebbene possa sembrare che si risparmi acquistando cibo in grandi quantitร , alla fine si rischia di gettarne via piรน del previsto. Invece, potremmo fare una spesa piรน oculata, scegliendo prodotti di qualitร  legati al territorio. Ricordiamo che dietro ogni prodotto locale ci sono impegno, lavoro e una storia da valorizzareโ€.ย 

Abbiamo visto come il canestrato di Castel Del Monte rappresenta non solo un eccellente prodotto gastronomico, ma anche un simbolo della ricchezza culturale e naturale del territorio abruzzese. Un formaggio che merita di essere gustato, e una tradizione che merita di essere preservata.


Immagine in evidenza di: Silvia de Paulis

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