Vi è mai capitato di imbattervi in questo amido dal nome così particolare? Probabilmente sono in molti a non conoscerlo, perché in effetti il kuzu è un ingrediente della cucina macrobiotica originario del Giappone. Ma oggi è in realtà diffuso anche nel mondo occidentale, utilizzato come addensante in alcune preparazioni. Questa polvere bianca è però soprattutto conosciuta per i numerosi benefici terapeutici, per i quali viene spesso adoperata come un vero e proprio rimedio naturale.
Oggi, allora, andiamo alla scoperta del kuzu e delle sue proprietà, e vediamo infine anche come si utilizza in cucina.
Che cos’è il kuzu?
Il kuzu (o kudzu) è un amido che si ricava dalla radice di una pianta rampicante, la Pueraria lobata (o Pueraria irsuta), appartenente alla famiglia delle Fabaceae, ovvero delle leguminose. Questa specie, originaria del sud-est asiatico, oggi è ampiamente diffusa negli Stati Uniti, dove è considerata invasiva e dannosa per la rapidità con cui cresce ricoprendo la vegetazione. In Europa la troviamo solo in alcune regioni della Svizzera e dell’Italia. Si tratta di una pianta perenne molto resistente, che si adatta a vivere su qualsiasi tipo di suolo, ma necessita di climi con estati calde e inverni miti, in quanto teme l’umidità e le temperature molto basse.
I rami lunghi come liane formano densi strati, ricoprendo altri alberi e grandi superfici; le foglie sono lobate, mentre i fiori sono di color violetto-porpora crescono in infiorescenze dette grappoli. Le radici formano grossi tuberi di oltre 10 cm di diametro e, per ottenere il kuzu, vengono raccolte tra ottobre e aprile, poi essiccate al sole o con metodi artificiali e, infine, ridotte in polvere.
Il kuzu infatti si presenta come una fecola, proprio come quella che si ricava dalle patate, e in genere si può acquistare nei negozi specializzati che vendono prodotti biologici o macrobiotici.
Kuzu: le proprietà di questo speciale addensante
Il kuzu è noto da millenni per le sue proprietà benefiche e curative. Da sempre utilizzato in Oriente sia come alimento che come rimedio naturale nella medicina tradizionale cinese, oggi è diffuso anche nel mondo occidentale proprio perché sono ormai noti i suoi molteplici effetti preziosi per la salute. Scopriamo insieme quali sono.
Protettore gastrico naturale
Il kuzu è noto soprattutto per le sue proprietà gastro-protettive. Infatti, ha effetti lenitivi sulle mucose gastriche ed è in grado di ridurre l’acidità, alleviando dolore e bruciore di stomaco. Viene spesso utilizzato in caso di gastrite, reflusso gastroesofageo e anche cattiva digestione.
Rinforzo per l’intestino
Ma non solo, perché l’effetto lenitivo del kuzu ha anche dei benefici per l’intestino, risultando efficace nel combattere irritazioni del colon, diarrea, disbiosi e nella sindrome da alterata permeabilità intestinale.
Antinfiammatorio e antiossidante naturale
I benefici del kuzu sono dovuti principalmente ai suoi principi attivi, in particolare agli isoflavoni ( come genisteina e daidzeina), contenuti anche nella soia, che hanno proprietà antinfiammatorie.
Alleato contro l’influenza
Soprattutto se abbinato ad altri ingredienti come lo zenzero o le prugne umeboshi, il kuzu diventa un vero e proprio rimedio utile a combattere raffreddore e sindromi influenzali perché favorisce l’eliminazione del muco, allevia mal di gola e congestione nasale e, infine, calma la tosse.
Contrasta la dipendenza da alcol e fumo
Sebbene i meccanismi siano ancora poco conosciuti, sembra che il kuzu sia tra le erbe medicinali utilizzate per combattere la dipendenza da alcol e da fumo. Sembra che agisca sui neurotrasmettitori, come la serotonina, il glutammato ed il GABA, che stimolano la produzione di dopamina, una sostanza coinvolta nei processi di assuefazione e di astinenza.
Il kuzu ha controindicazioni?
Ad oggi, non esistono evidenze scientifiche sui possibili effetti collaterali legati al consumo di kuzu. Tuttavia, poiché alcune sostanze presenti in questa radice sembrano avere effetti ipoglicemizzanti, ipotensivi e, per la presenza di fitoestrogeni, anche ormonali, è opportuno consultare il medico nel caso in cui si assumano farmaci, oppure in condizioni particolari di salute, in gravidanza e allattamento.
Kuzu: come utilizzarlo in cucina
Il kuzu non è quindi solo un portentoso rimedio naturale, ma si presta anche per essere impiegato in cucina. Essendo ricchissimo di amido, il kuzu è in grado di addensare i liquidi in cui viene sciolto: in cucina, serve a dare una consistenza più cremosa a zuppe, vellutate e crema di riso. Spesso sostituisce l’amido nella preparazione di dolci, budini e frutta cotta. In macrobiotica, si utilizza anche come rimedio in abbinamento ad altri ingredienti come le prugne umeboshi, lo zenzero e la salsa di soia.
Ma come usarlo nella pratica? È sufficiente sciogliere un cucchiaino di polvere di kuzu in mezzo bicchiere di acqua a temperatura ambiente, mescolando bene per evitare che si formino grumi, e poi aggiungerlo alle preparazioni che si intende addensare. Infine, si porta il tutto a ebollizione finché non raggiunge la giusta consistenza. Vediamo una ricetta per beneficiare delle sue preziose proprietà!
Bevanda kuzu-ume-shoyu
Questa bevanda si utilizza per ritrovare la giusta energia in caso di debolezza fisica, ma soprattutto agisce come un vero e proprio rimedio naturale in caso di problemi digestivi e intestinali, perché crea una sorta di gel protettivo che lenisce e disinfiamma tutte le mucose.
Ingredienti (per una tazza)
- 1 cucchiaino colmo di kuzu
- 1 prugna umeboshi
- 1 tazza di acqua fredda
- 1 cucchiaio di shoyu o tamari (salsa di soia)
Procedimento
- Versate l’acqua in un pentolino.
- Aggiungete un cucchiaino di kuzu e scioglietelo mescolando bene.
- Eliminate il nocciolo dalla prugna umeboshi e riducete la polpa in crema, schiacciandola con una forchetta.
- Mescolate la purea di umeboshi insieme all’acqua con il kuzu.
- Accendete il fuoco a fiamma bassa e portate lentamente a ebollizione finché il liquido non diventa trasparente e denso.
- Aggiungete qualche goccia di shoyu o tamari e versate in una tazza.
Questa bevanda va sorseggiata finché è ancora tiepida, preferibilmente al mattino a digiuno.
E voi conoscevate il kuzu? Avete mai usato in cucina questo amido?