Il cibo cambia il mondo, rispettando l’ambiente e generando un impatto sociale sui territori. Questa la convinzione di Lucio Cavazzoni, presidente di Good Land, giovane impresa che si occupa di rigenerazione rurale attraverso l’attivazione di economie legate alla terra e alle comunità che la abitano. Una realtà che, in poco meno di due anni di attività, è stata capace di stimolare la creazione di un network di produttori e associazioni che coltivano rispondendo in maniera concreta a problemi ambientali e sociali. È il caso di chi produce pomodoro e derivati contrastando la diffusione delle agromafie, come No Cap di Yvan Sagnet, ma anche di chi si dedica al riso e, contemporaneamente, alla riforestazione di aree pianeggianti del Piemonte. “Ci piace sostituire all’idea di rete il concetto di legame” ci spiega Cavazzoni che abbiamo intervistato per approfondire le attività di Good Land.
Good Land: progetti (e non “prodotti”) per cambiare il mondo attraverso il cibo
I prodotti a cui Good Land lavora – dal pomodoro ai latticini, dal riso all’olio – rappresentano un progetto più ampio che tocca e connette fattori umani, sociali e ambientali. A ciascuna filiera coinvolta nelle attività della start up corrisponde, infatti, il bisogno di un’azione concreta su una questione collettiva. È il caso dello sfruttamento dei braccianti nei campi di pomodoro in Puglia, ma anche delle comunità sikh nell’Agro Pontino ampiamente denunciata anche nel libro “Sotto Padrone” di Marco Omizzolo, sociologo Eurispes e partner di Good Land.
Ci sono, poi, prodotti e progetti legati alla tutela della biodiversità e alla riforestazione. Come quello della collaborazione con la rete di imprenditori Noi Amici della Terra, 14 imprese delle provincie di Pavia, Biella e Vercelli che producono riso, con un occhio di riguardo al ripristino del paesaggio e alla lotta contro i cambiamenti climatici.
Come racconta Lucio Cavazzoni, Good Land va a connettere produttori, braccianti, i territori dove si trovano le aziende, ma anche gli stessi consumatori che sono chiamati prima a una presa di consapevolezza e poi al senso di responsabilità. Concretamente, Good Land sta lavorando non soltanto alla distribuzione in tutta Italia tramite i canali classici, ma anche alla creazione di spazi, fisici e digitali come un e-commerce, per poter coinvolgere direttamente anche chi vuole acquistare e consumare i prodotti-progetti curati dalla start up.
La conoscevate già?