di Martino Ragusa.
La Vastedda della Valle del Belice non è proprio l’unico formaggio di pecora a pasta filata come dicono in tanti, ma di sicuro è uno dei pochissimi e dunque una rarità casearia che non mi è facile descrivervi. Dovendo azzardare un paragone potrei dirvi che assomiglia a una mozzarella straordinariamente saporita e dalla consistenza più cremosa che elastica. Ricorda il pecorino ma anche, stranamente, un formaggio tenero d’alpeggio, con delicate sensazioni di acidulo miste a lievi punte di piccante. Spesso ha un odore di vaniglia. Tutto questo, naturalmente, a dar retta al mio palato che può anche prendere degli abbagli. È nata nella Valle del Belice, secondo alcuni per utilizzare il latte della scarsa produzione estiva insufficiente per fare il pecorino e troppo per essere venduto tal quale. Il compromesso sarebbe stato la confezione di queste forme pressate dentro a un piatto fondo di ceramica dal quale deriva la sua forma tonda e il suo nome vastedda (dal tedesco wastel, pane tondo) usato in Sicilia per indicare un pane tondo o una focaccia.
Secondo un’altra versione il nome deriverebbe da “vasta” cioè andata a male. In questo caso il recupero sarebbe stato effettuato su forme di pecorino malriuscite che venivano private della crosta e rilavorate facendole filare ad alta temperatura.
Comunque, il poco latte della produzione estiva è anche più concentrato in aromi e profumi che si ritrovano nella vastedda. L’origine è antichissima e forse coincide con la nascita stessa del pecorino. Lo dimostra la tecnica arcaica di produzione e l’utilizzo di latte crudo proveniente dalla “Pecora della Valle del Belice”, un incrocio tra Pinzirita, Comisana e Sarda promosso a razza da una decina di anni. La vastedda si fa solo nella Valle del Belice dove confluiscono le province di Trapani, Agrigento e Palermo. I comuni interessati sono tanti: Calatafimi, Campobello di Mazara, castelvetrano, Gibellina, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, Santa Margherita Belice, Montevago, Menfi, Sambuca di Sicilia e Contessa Entellina. Ma la produzione è decisamente limitata. Quindi, se non la trovate al nord, venite a mangiarla qui. Io ne tengo sempre una in frigo e potrei farvela degustare non solo al naturale, ma anche con un filo di olio e origano, oppure usandola in cucina al posto della mozzarella. Sentirete che focacce strepitose!
Post Scriptum
Trovate la vastedda in due piccoli caseifici artigianali di Santa Margherita di Belice. Sono questi:
Caseificio Rocco D’Aloisio Contrada Cannitello 92018 Santa Margherita Belice Tel. 333 7415878
Caseificio Campo Maria Contrada Catena Santa Margherita di Belice (Ag) Tel. 0925 32178
Oppure in un caseificio di Castelvetrano, più grande, che la produce in discrete quantità. L’indirizzo è:
Caseificio Forte Via Termini 2 castelvetrano (TP) Tel. 0924 905506.
Massaria Ruvettu C.da Galluzzo – Adragna Sambuca di Sicilia (AG) –
Tel. 0925 946059 www.ruvettu.it – massariaruvettu@libero.it