Mateu Casañas, Oriol Castro e Eduard Xatruch: i tre chef di Disfrutar

Disfrutar: il miglior ristorante del mondo secondo The World’s 50 Best Restaurants

Sabrina Bizzarri
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    A Barcellona, nell’iconico quartiere Eixample, tra bar, ristoranti e boutique alla moda, troviamo Disfrutar, il ristorante tre stelle Michelin fondato da tre super chef: Mateu Casañas, Oriol Castro e Eduard Xatruch.
    Alla base del loro DNA gastronomico c’è l’emozione creativa, da cui sfociano idee contemporanee e astratte che vengono poi concretizzate nei loro piatti all’avanguardia, con consistenze definite ‘wow’ dagli chef. 

    Grazie alla sua innovazione, unita a gusti straordinari e a tanta professionalità, Disfrutar ha conquistato la prima posizione nella prestigiosa classifica di The World’s 50 Best Restaurants, riconosciuta a livello globale per la sua autorevolezza.

    The World’s 50 Best Restaurants: la Signora classifica che affascina il buon palato

    Sala del ristorante Disfrutar di Barcellona

    PH Joan Valera

    “Quando abbiamo vinto, il successo è stato brutale. Un’emozione incredibile per noi, per i nostri team, per le nostre famiglie. (…) Dopo poco tempo, abbiamo visto la ripercussione mediatica che può avere sui clienti, sulla stampa e a livello globale. Penso che questa ripercussione sia molto importante per il nostro Paese, la Spagna” afferma Oriol Castro, uno degli chef fondatori del ristorante Disfrutar.

    Secondo il sito The World’s 50 Best Restaurants “combinazione di piatti brillantemente fantasiosi, insuperabile maestria tecnica e una presentazione giocosa che si traducono nell’esperienza culinaria di una vita, piena di sorprese e ricordi” sono gli assi per la vittoria di un ristorante

    Ma cos’è esattamente questa classifica?

    Tutto inizia nel 2002, quando la rivista Restaurant, la principale pubblicazione dedicata al settore della ristorazione nel Regno Unito, redige un elenco dei migliori ristoranti del mondo, basandosi sui consigli di 150 esperti.
    L’anno successivo, nel 2003, lo stesso team decide di organizzare un vero e proprio evento per celebrare questi ristoranti. Nasce così quella che oggi è conosciuta come The World’s 50 Best Restaurants, una lista che fornisce un’istantanea delle realtà gastronomiche più forti e buone nascoste in tutti gli angoli della Terra, nelle sue diverse sfaccettature culturali.

    La prima cerimonia di premiazione di The World’s 50 Best Restaurants si è tenuta a Londra nel 2003, rimanendo lì fino al 2015. Dal 2016 è diventata un tour gastronomico internazionale, con tappe a New York, Melbourne, Paesi Baschi, Singapore, Fiandre e di nuovo Londra. Dopo Valencia nel 2023, quest’anno l’evento si è svolto a Las Vegas. 

    Come si vota?

    Il sistema di votazione segue rigide regole di voto. La giuria è composta da 1080 esperti internazionali del settore ristorativo, con una rappresentanza paritaria di genere: 50% donne e 50% uomini. Tra i giurati troviamo scrittori e critici gastronomici, chef, ristoratori e gourmet esperti, ognuno dei quali dispone di 10 voti. Il processo di votazione e i risultati sono verificati da Deloitte, società di consulenza di servizi professionali di fama mondiale. 

    La lista dei 50 migliori ristoranti del mondo e i relativi premi sono organizzati da William Reed, un’azienda digitale che custodisce dati di alto valore e organizza eventi in ambito food. Con tante cucine da valutare e piatti da assaggiare, in questa speciale classifica, non poteva certo mancare l’Italia.

    Come si è posizionata l’Italia?

    Quest’anno la cucina italiana non ha spiccato particolarmente, riuscendo a guadagnare il 12° posto con Lido 84 – Gardone Riviera (Brescia – Lombardia), gestito da Riccardo e Giancarlo Camanini. Dopo due anni consecutivi nella top ten, il ristorante è uscito dalle prime dieci posizioni. Proseguendo nella classifica, al 19° posto troviamo il ristorante Reale di Castel di Sangro (Aquila – Abruzzo), mentre Piazza Duomo ad Alba (Piemonte) si posiziona al 39° posto.
    E infine al 50° posto il ristorante Uliassi di Senigallia (Marche).

    Ma ora torniamo a Disfrutar, il ristorante di Barcellona che quest’anno ha conquistato la  vetta della classifica.

    Disfrutar: perla cabochon della ristorazione nel 2024

    Sala del ristorante Disfrutar

    PH Joan Valera

    Disfrutar significa godere, ed è proprio questo l’obiettivo della cucina dei tre chef Mateu Casañas, Oriol Castro e Eduard Xatruch: far vibrare le papille gustative del commensale, trasportandolo in un viaggio sensoriale che va oltre il semplice mangiare.

    La loro collaborazione ha radici profonde, nate durante i tanti anni trascorsi insieme a El Bulli, leggendario ristorante chiuso nel 2011 dopo aver raggiunto per ben cinque volte il primo posto nella classifica. Nel 2012, il trio di chef ha deciso di aprire il loro primo ristorante, Compartir, a Cadaqués, seguito due anni dopo, nel 2014, dal progetto Disfrutar.
    In questo locale si respira alto design: il rispetto per la storia e il patrimonio del Mediterraneo fungono da ispirazione, con la ceramica come fil rouge che segna lo spazio interno. Percorrendo il corridoio centrale, decorato da ceramica e argilla, si giunge alla cucina completamente a vista e alla sala da pranzo principale, che si ispira ai piccoli villaggi di pescatori. Uno spazio luminoso e dalle tonalità bianche, con un tocco di campagna che grazie al terrazzo, trasporta i visitatori lontano dalla frenesia cittadina. 

    “Il DNA Disfrutar è a 360 gradi. Cerchiamo di rendere l’esperienza completa dal momento in cui le persone prenotano. Questa vicinanza col cliente inizia quando per andare verso la sala passano in mezzo alla cucina. Loro vedono il lavoro e la creatività che mettiamo nei piatti.” Così Oriol Castro, uno dei fondatori del ristorante ha iniziato a descrivere il loro lavoro.

    Il menu

    Uno dei piatti del menù degustazione di Disfrutar

    PH Francesc Guillamet

    La cena qui a Disfrutar ruota su tre menu degustazione basati sull’estro e la creatività dei tre chef.

    “Il servizio è caratterizzato da un tocco di umorismo e anche un po’ di provocazione. In altre parole, l’esperienza e il DNA provengono da questo spirito di gioia, sorpresa, creatività e un concetto di ristorante casual con una vicinanza con tutto ciò che ci circonda” ci racconta uno degli chef.

    Un esempio emblematico è il piatto Fear: The Prawn, che chiude la serie delle portate salate. In questa esperienza interattiva, una ciotola di ghiaccio secco viene presentata al commensale, il quale, avvolto nel vapore, deve pescare alla cieca con le mani nude per recuperare i crostacei cotti alla perfezione. Un manifesto alla natura e alla freschezza dei prodotti locali, che lo chef Castro racconta così:

    “Dai gamberi di Vilanova o di Palamós che ci vengono portati ogni giorno, ai piselli di Maresme e di El Prat, agli asparagi di El Prat. O le noci che compriamo a Krispy. In altre parole, l’intero menu è influenzato dai prodotti locali. E questo non significa che non possiamo anche portare prodotti da tutto il mondo per poter evolvere.”

    Portata del menù degustazione di Disfrutar

    PH Francesc Guillamet

    Questi i tre menu degustazione disponibili:

    • Menu disfrutar classic (295 euro): un album dei più grandi successi dell’ultimo decennio realizzati dagli chef; trenta portate tra cui la famosa ciambella Panchino ripiena di caviale e il geniale panino al gazpacho ghiacciato.
    • Menu Disfrutar festival (295 euro): una celebrazione di trenta portate che riflettono idee e concetti pensati e studiati durante la stagione. Anche qui troviamo alcuni classici, come le seppie in stile thailandese con multi-sferiche al cocco o il piccione servito con spaghetti al kombu, mandorle e uva.
    • Menu especial table M#01, la taula viva (il prezzo varia a seconda del numero di persone sedute al tavolo): una proposta nata dall’iniziativa dell’interior designer Merche Alcalà e invita i commensali a interagire con la tavola stessa, che prende vita per offrire un’esperienza gastronomica unica.

    “Crediamo in quello che siamo e cuciniamo come sappiamo fare, senza rinunciare a nulla costruito finora e con la ricerca dell’eccellenza e del servizio al cliente come spina dorsale del nostro progetto (..) Con i nostri piatti possiamo valorizzare questa cucina che ha tanta storia e che non è più nostra, ma di tutte le generazioni che l’hanno resa grande.” Ha voluto concludere così lo chef Oriol Castro, sottolineando una vicinanza intima alle proprie radici, con un occhio di riguardo al futuro, mutando di giorno in giorno la percezione che abbiamo della cucina e delle tradizioni, facendole nostre.

    E voi eravate a conoscenza della classifica The World’s 50 Best Restaurants? Quale dei tre menu del ristorante tristellato Disfrutar provereste? 


    Immagine in evidenza di: Joan Valera

    Comasca dall'anima pugliese, ha sempre amato far scoprire agli altri la bellezza delle piccole cose attraverso le parole. Ha studiato comunicazione per poi buttarsi a capofitto nella ristorazione, non abbandonando mai la sua passione per la scrittura. Ama più mangiare che cucinare. La sua ricetta preferita è sicuramente uno spaghetto al sugo sovrastato da una montagna di ricotta stagionata pugliese e una foglia di basilico del suo orto, accompagnati da un buon calice di bolla.

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