Le api hanno un ruolo fondamentale dell’ecosistema, preservano la biodiversità e favoriscono la rigenerazione ambientale. Questo ha un impatto anche sul mondo agricolo, perché una delle funzioni delle api selvatiche è proprio quella di impollinare le piante fruttifere. Tuttavia, sono una specie in forte pericolo di estinzione a causa dei cambiamenti climatici, dell’uso dei pesticidi (tema su cui è intervenuta anche l’Unione Europea) e di un progressivo abbandono dell’apicoltura. Secondo quanto dichiarato da FederBio in occasione della Giornata Mondiale delle Api di quest’anno, la scomparsa delle api metterebbe a rischio ben l’84% delle specie coltivate nell’UE.
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La priorità, secondo gli esperti, è agire per tutelare questo patrimonio naturale fondamentale. In questi anni, infatti, sono stati promossi diversi progetti che coinvolgono sia gli apicoltori sia i semplici cittadini a sostegno delle api: un esempio è Bee My Job, un programma di formazione e integrazione per rifugiati proprio nel settore apistico. Ma quest’oggi conosciamo meglio un altra realtà “made in Italy”, la start up 3Bee che, tra le altre attività, propone anche l’opportunità a tutti di adottare un alveare.
3Bee: la tecnologia al servizio delle api
“La mission di 3Bee” ci racconta Niccolò Candri, CEO e founder 3Bee, “è unire l’elettronica alla biologia, al fine di migliorare la biodiversità che ci circonda.” Il servizio rivolto all’apicoltore, infatti, permette di utilizzare i dati provenienti da sensori esterni, che vengono interpretati dal software con lo scopo di dare un valido alleato all’apicoltore: avere informazioni in tempo reale su tutto ciò che sta accadendo nelle sue arnie. “Il sostegno dell’apicoltore è essenziale” aggiunge ancora l’intervistato, “al fine di difendere le api mellifere, che in natura ormai sono scomparse. Il ruolo di 3bee si pone come nuovo servizio capace di rivoluzionare il mondo dell’apicoltura moderna.”
La start up è stata fondata con questa mission già nel 2017 da Riccardo Balzaretti, PhD in biologia con una grande passione per la biologica, e Niccolò Calandri, appunto, che ha conseguito un dottorato in Electronic e System Engineer al MIT di Boston e ha collaborato a un progetto con la NASA. In pochi anni, è stato sviluppato Hive-Tech, il primo prodotto della start up. Si tratta di una piattaforma interattiva, disponibile anche su smartphone, che permette di monitorare i dati raccolti da una rete di sensori ioT, posizionati all’interno dell’alveare.
Monitorare fa la differenza
La tecnologia impiegata per monitorare le condizioni dell’alveare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, permette di migliorare concretamente l’attività dell’apicoltore per varie ragioni. In primo luogo, si può tenere sotto controllo ogni parametro e dettaglio, dall’umidità alla temperatura fino al rischio che qualche evento, atmosferico e no, metta a repentaglio l’arnia. In secondo luogo, i dati raccolti consentono di programmare con maggiore efficacia anche lo sviluppo futuro dell’attività apistica. Le informazioni, infatti, possono permettere di regolare i trattamenti, ridurre la frequenza delle visite all’apiario, diminuire le emissioni di Co2.
“Molto spesso” aggiunge Calandri, “quando si pianta un albero non si ha l’effettiva sensazione dell’impatto di questo gesto. Noi siamo subito partiti dalla trasparenza, cercando di dimostrare in modo oggettivo l’effetto che andiamo a creare attivando un ‘Grande Fratello’ che monitora in tempo reale la qualità di vita delle api che stiamo proteggendo e i comportamenti che gli apicoltori stanno tenendo.”
Hive-Tech è oggi utilizzata da circa 1.000 apicoltori in tutta Italia, tuttavia è presto emersa anche l’esigenza di coinvolgere i semplici cittadini, fornendo a tutti uno strumento per sostenere le api, gli apicoltori e la biodiversità.
Salva le api, adotta un alveare
Così nasce il programma “Adotta un alveare” che permette di sostenere a distanza un apicoltore. “Ciascuno può tenere sotto controllo in tempo reale i dati sullo stato di salute dell’alveare, ma anche ricevere direttamente a casa prima il certificato di adozione e, poi, anche il miele prodotto grazie al sostegno.”
3Bee ha poi sviluppato anche un programma parallelo rivolto ai brand che si chiama “Pollinate the Planet”. L’obiettivo è sempre lo stesso: favorire un’azione concreta da parte di quelle realtà, singole o collettive, che hanno una spiccata sensibilità al tema della tutela della biodiversità. “Di fatto” spiega il CEO e founder 3Bee, “mettiamo a disposizione il nostro network di apicoltori per strutturare progetti di corporate social responsibility volti alla tutela delle api e alla creazione di biodiversità sul territorio.” Ad oggi, ci raccontano da 3Bee, sono oltre 20.000 le persone che hanno “adottato” un alveare e 70 le imprese di medie e grandi dimensioni che hanno supportato il programma. Grazie solo a “Pollinate the planet” sono state salvate 60 milioni di api.
Una soddisfazione per la start up: “Stiamo dimostrando” commenta l’intervistato, “che coniugare elettronica e biologia in un contesto che mai nessuno ha affrontato prima, ha aperto innumerevoli opportunità.”
Conoscevate questa realtà?