di Martino Ragusa.
Il pesce con il record della bruttezza è detto anche coda di rospo e appartiene alla famiglia dei Lofidi. Ha un corpo massiccio, molto largo in prossimità della testa, tonda, leggermente schiacciata e provvista di numerose appendici spinose. Si fa più stretto via, via fino ad arrivare alla coda. La pelle è liscia e senza squame, di colore bruno-verdastra sul dorso e bianca sul ventre. Di questo esemplare ne esistono due specie: Lophius piscatorius e Lophius budegassa, che si differenziano l’una dall’altra per via delle diverse dimensioni (la seconda è notevolmente più piccola). Il nome latino della rana pescatrice è Lophius.
Come riconoscere se è fresco
Garanzia di freschezza sono, ovviamente, le carni che devono essere rosee, elastiche, cioè né troppo compatte né troppo molli, senza avvizzimenti superficiali.
Dove si pesca
Mediterraneo e Atlantico orientale sono i mari dove vive la rana pescatrice, a profondità variabili, dai 20 ai 100 metri, su fondi fangosi.
In cucina
Per la media compattezza delle carni, la rana pescatrice è paragonabile a diversi crostacei, tra cui l’aragosta. Viene, normalmente, consumata solo la coda (coda di rospo) poiché la testa, oltre a contenere le interiora, è provvista di parecchie ossa. Le pescatrici del Mediterraneo hanno carni più rosate, quelle oceaniche hanno carni più bianche. Diverse sono le preparazioni: al forno, condita con burro, prezzemolo e pepe, in brodo, alla griglia, alle erbe, condita con diverse erbe aromatiche tra cui il prezzemolo, la maggiorana, il dragoncello, la menta romana, la melissa.
Stagionalità
Tutto l’anno. Con diminuzione in estate.
Nomi dialettali
Veneto: Rospo de fango, Diavolo de mar Liguria: Budeghi, Budegassa.
Toscana: Boldrò.
Marche: Rospo grosso
Napoli: Zucapece.
Abruzzo: Rospo Sardegna:Piscatrixi, Piscatrice niedda
Sicilia:Lamia