Nessun uomo è un’isola, // completo in se stesso; // ogni uomo è un pezzo del continente, // una parte del tutto.
Così scriveva il poeta inglese John Donne in una delle sue meditazioni sulla malattia e sulla morte, intendendo dire che ogni uomo, pur essendo un organismo completo in sé, con i suoi confini e la sua integrità , non può esistere se non in relazione con tutto ciò che lo circonda. Se le interrelazioni vengono a mancare, se non c’è più un corretto flusso, materiale o immateriale, tra dentro e fuori, tra il sé e l’altro, l’uomo, essere perfetto e unico, deperisce, si ammala, muore. Così l’isola non è un’isola, nel senso che non è isolata ma vive di un delicato equilibrio che la rende parte di un sistema più ampio e complesso: in questo sta la sua forza, ma anche la sua fragilità .
Bellezza e vulnerabilità sono i due assi attorno ai quali è stato sviluppato il concept del cluster Isole, mare e cibo, 2.535 metri quadri dedicati a 14 isole-stato del Pacifico, dell’Oceano Indiano occidentale e della regione dei Caraibi, veri paradisi terrestri di profumi e colori.
Vincenzo Russo, professore associato di Psicologia dei Consumi IULM e responsabile scientifico del cluster, ci racconta come si svilupperà il progetto.
Vincenzo Russo: Alla nostra università è stato assegnato il compito di elaborare una narrazione che riguardasse piccole isole-stato in via di sviluppo, appartenenti prevalentemente alla fascia tropicale. All’interno del cluster il visitatore potrà immergersi nell’atmosfera dei tropici camminando lungo una passeggiata che si sviluppa nella parte centrale, ascoltando il rumore dell’acqua proveniente da due fontane e il fruscio prodotto da canne di bambù, della lunghezza di circa 12 metri, appese una accanto all’altra e pendenti dal soffitto. Su tutte le pareti saranno inserite delle frasi di poeti, scrittori e romanzieri di vari paesi del mondo, frasi in lingua originale, con traduzione in inglese e in italiano, che richiamano la parola del mare, dell’isola e dell’isolamento.
Fonte immagine: expo2015.org
Abbiamo voluto raccontare la magnificenza di questi luoghi in tutte le sue declinazioni: la flora, la fauna, i contrasti cromatici del mare, del corallo e dei pesci, le ricchezze naturali provenienti dalle foreste e dalle coltivazioni. Presenteremo le principali risorse ittiche e agricole che, nell’ambiente circoscritto di un’isola, danno vita necessariamente a strategie nutrizionali perfettamente sostenibili, a soluzioni originali e creative di utilizzo dei prodotti naturali che vanno oltre il puro consumo alimentare. Come ad esempio le banane, che in alcune zone vengono utilizzate anche per costruire degli utensili o addirittura le case.
In tal senso, le isole, ne abbiamo parlato anche ai tavoli di lavoro all’Hangar Bicocca, possono diventare un esempio prototipico di sostenibilità , in quanto è proprio la scarsezza di risorse che impone la necessità di adottare un modello sostenibile. E questo vale non solo per le isole tropicali. Se si è in vacanza a Ginostra sull’isola di Stromboli nelle Eolie ci verrà chiesto di risparmiare l’acqua o di utilizzarla in un determinato modo: c’è negli isolani una naturale abitudine a salvaguardare le poche risorse disponibili.Â
Il secondo asse contenutistico, in diretto collegamento con il tema di Expo, è la vulnerabilità . Questi bellissimi paradisi naturali sono ecologicamente molto fragili. Il claim dal quale siamo partiti è che le isole non sono in realtà isolate, ma sono profondamente interconnesse fra di loro, e il mare è il collegamento che le definisce. Ma soprattutto sono interconnesse con le altri parti del pianeta e subiscono gli effetti di cattive gestioni, in termini di produttività e di consumo, esercitate in altri paesi. È bene ricordare che i nostri comportamenti hanno degli effetti anche dall’altra parte del mondo e che la vita di questi luoghi magnifici dipende anche da noi.
- Quali sono le principali minacce ambientali che riguardano le isole?
V.R.: Un dato che desta molta preoccupazione è quello relativo allo sbiancamento del corallo, causato dall’aumento della temperatura e da operazioni di cattiva gestione delle coste.
Da anni, inoltre, le Maldive stanno portando avanti una battaglia per sensibilizzare il pianeta sull’allarmante innalzamento del livello del mare e della relativa scomparsa di porzioni di costa. Un film documentario, ‘The Island President’, del 2011, racconta l’impegno dell’allora presidente Mohamed Nasheed nel sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sugli effetti devastanti di questo fenomeno.
Racconteremo anche della formazione di nuovi agglomerati di residui e di rifiuti, le trash islands, isole di plastica che si stanno formando al centro di alcuni vortici oceanici.
- Sandra Bertolini, presidente di AITI (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti) ha duramente criticato gli strafalcioni nelle traduzioni presenti sul sito di Expo. C’è stato poi anche il caso del mal funzionamento del servizio di interpretariato durante l’Expo delle idee all’Hangar Bicocca rilevato da molti partecipanti stranieri. Lei insegna allo IULM, l’Università di lingue di Milano, e si occupa di comunicazione. Cosa ne pensa?
V.R.: Si è trattato secondo me solo di un equivoco. All’Hangar Bicocca durante i lavori per la Carta di Milano le cuffiette non hanno funzionato: io ero ad un tavolo con molti colleghi internazionali. Abbiamo portato avanti le discussioni in inglese e in francese. In alcuni momenti abbiamo parlato in spagnolo, ad esempio con i colleghi di Cuba. È stato dunque solo un problema tecnico e non credo sia il caso di parlare di provincialismo o di mancanza di attenzione nei confronti dei partecipanti stranieri. Ad ogni modo penso sia indispensabile valorizzare alcune professionalità , come quelle dei traduttori e degli interpreti, e l’Expo potrebbe essere un’opportunità più unica che rara in tal senso. Potrebbe ad esempio esserlo per un’università come la nostra o come altre che si occupano di lingue straniere.
- Speriamo allora che vi interpellino per le correzioni sul sito…
V.R.: Siamo a disposizione!